«Sulla spiaggia degli Argonauti vogliamo sabbia non ghiaia»
Sono le richieste degli operatori turistici di Metaponto impegnati nella guerra per quella sabbia che, secondo loro, potrebbe garantire la sopravvivenza del loro lido. Ieri giornata drammatica, dopo il sit in iniziato dalle 22 di mercoledì, davanti all’ingresso del complesso degli Argonauti, sulla sponda destra del Basento. Il massimo della tensione attorno alle 16 quando una cinquantina di persone, tra cui donne e bambini, hanno bloccato l’accesso ai mezzi del cantiere
05 Giugno 2009
di FILIPPO MELE
PISTICCI - «Vogliamo la sabbia scavata per costruire il porto degli Argonauti. E la vogliamo subito». Sono le richieste degli operatori turistici di Metaponto impegnati nella guerra per quella sabbia che, secondo loro, potrebbe garantire la sopravvivenza del loro lido. Ieri giornata drammatica, dopo il sit in iniziato dalle 22 di mercoledì, davanti all’ing resso del complesso degli Argonauti, sulla sponda destra del Basento. Il massimo della tensione attorno alle 16 quando una cinquantina di persone, tra cui donne e bambini, hanno bloccato l’ac - cesso ai mezzi del cantiere del porto ed alle auto degli ospiti dell’hotel degli Argonauti.
«Siamo stanchi di parlarci fra noi – ha detto Gianfranco Sortiero, presidente dell’Associazione Leucippo che con il comitato civico dei Cittadini attivi di Bernalda ed il Comitato cittadini di Metaponto ha dato vita alla protesta –. Siamo qui da oltre 15 ore senza che nessuno ci ascolti. Meglio sdraiarci davanti ai camion che non metterci dalla parte del torto scavalcando i recinti. È da ieri che stiamo tentando di dialogare coi tecnici degli Argonauti senza riuscirci. Non so cosa può succedere». Così, i manifestanti hanno dato vita al blocco, per circa tre ore, chiamando la Questura. «Solo grazie alla mediazione delle forze dell’ordine – ha continuato il nostro interlocutore – abbiamo potuto parlare con questi referenti irraggiungibili».
Alle 20, la decisione di trasferire il sit in alla rotonda di Metaponto lido. Ma quali sono i contenuti dell’intesa, se intesa c’è stata?«Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) la società realizzatrice del porto indicherà all’azienda incaricata dalla Regione la strada per poter trasportare da Pisticci a Metaponto la sabbia. Noi aspetteremo sino alle 14. Se non accadrà nulla di positivo, non so cosa potrà accadere. Non è escluso un blocco di Metaponto, così ci facciamo male noi stessi. A Pisticci non torniamo perché non so cosa potrebbe accadere dato che i nostri animi sono eccitati». Di fatto, qui, gli operatori turistici da mesi combattono per la salvezza di quella che era definita la “spiaggia degli dei”. Il colpo mortale al lido jonico, con devastazione di arenile e stabilimenti balneari, lo tzumani della metà del dicembre scorso. Da allora la Regione ha stanziato due milioni di euro per la ricostruzione dell’arenile ed ha promesso l’utilizzo dei 15 mila metri cubi di sabbia che il concessionario per la costruzione del porto deve a Metaponto come previsto nella Valutazione di impatto ambientale. Quei 15 mila metri cubi che sono l’o ggetto della contesa.
«Noi li vogliamo subito – ha concluso Sortiero –. E su questo c’è l’accordo del Comune di Bernalda e della stessa Regione. Poi, possiamo anche pensare al riporto del materiale di cava. Ma è la sabbia che ora noi vogliamo, non la ghiaia». Insomma, gli esiti della battaglia in corso tra Metaponto e Pisticci sono importanti per quel che sarà il destino della spiaggia più conosciuta dello Jonio lucano in lotta per la sopravvivenza.
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