MELFI - L’iniziativa di protesta dei lavoratori della Plastic components e della Magneti Marelli a tutela degli interinali ed il conseguente blocco delle attività nello stabilimento Sata di San Nicola di Melfi hanno determinato, in una settimana, una perdita di produzione pari a settemila auto (1.500 al giorno). A renderlo noto in un comunicato è la stessa casa torinese.
«Le agitazioni sindacali - fa sapere la Fiat - stanno bloccando, per mancanza di fornitura di componenti, l’attività dello stabilimento Fiat, che occupa circa 5.000 persone. Al blocco sono interessate anche le aziende dell’indotto». Nel comunicato, l’azienda spiega che «in un momento in cui i provvedimenti di cassa integrazione ordinaria gravano pesantemente su molti dipendenti e sulle loro famiglie, la Fiat ha scelto di non ricorrere a nuovi contratti ma di impiegare temporaneamente lavoratori provenienti da altri stabilimenti del gruppo. Questo - si legge ancora - permette di ridurre il ricorso complessivo alla cig ordinaria e di mitigare gli effetti del provvedimento sui lavoratori, in coerenza con una gestione responsabile della crisi di mercato».
Ed ecco l’attacco nei confronti dell’iniziativa degli operai di Melfi. «La protesta nata all’interno delle due aziende di componentistica - evidenziano dall’azienda - ha causato il blocco dell’attività nell’impianto di Melfi, con conseguenze negative sia per le migliaia di persone che lavorano nello stabilimento, che avranno evidentemente riflessi sul loro salario, sia per la Fiat, la cui perdita di produzione è pari fino ad oggi a circa 7.000 vetture. Tutto questo - evidenzia la Fiat - ha un impatto particolarmente pesante, perché avviene in un momento in cui il mercato dell’auto è ancora in forte sofferenza. Ciò nonostante, lo stabilimento di Melfi ha la possibilità di produrre a pieno ritmo, anche grazie al varo degli ecoincentivi governativi che stanno premiando le vetture più ecologiche, caratterizzate da ridotti consumi e basse emissioni. A partire dal mese di marzo, infatti - si legge nel comunicato - la Grande Punto prodotta nell’impianto lucano, ha registrato un ottimo andamento degli ordini, grazie anche alla disponibilità di versioni a metano e Gpl, permettendo all’azienda non solo di annullare la cassa integrazione programmata, ma addirittura di fare ricorso al lavoro straordinario. Il blocco delle attività produttive, che si traduce in una perdita di quasi 1.500 vetture al giorno - segnala l’azienda - costituisce quindi un gravissimo danno, perché compromette gli sforzi che si stanno facendo per cogliere importanti occasioni di mercato, in Italia e in Europa. Le mancate consegne stanno dando un vantaggio competitivo molto forte alla concorrenza. La Fiat - conclude la nota - denuncia all’opinione pubblica, alle istituzioni e ai sindacati la gravità di questa situazione, che sta provocando danni molto pesanti per i lavoratori e per l’azienda».
Ed ecco i sindacati: il segretario provinciale della Uilm, Vincenzo Tortorelli auspica che «nelle prossime ore possa prevalere il senso di responsabilità per ristabilire le condizioni favorevoli alla ripresa del lavoro. I lavoratori precari lucani, a cui non è stato rinnovato il contratto, si aspettano dopo anni di precariato una risposta positiva che possa dare loro un futuro più sereno. La Uilm, pertanto - continua - si adopererà affinché possa prevalere la ragionevolezza sulle posizioni di chiusura della Magneti Marelli». Le organizzazioni sindacali, intanto, chiedono che in seguito ai ripetuti «senza lavoro» venga fatta richiesta di cassa integrazione per gli operai, mentre si attende di sapere quando potranno riprendere le attività nello stabilimento Sata. Oggi, giorno festivo, non si lavorerà. Il dubbio rimane sul terzo turno che dovrebbe iniziare stasera alle 22. di FRANCESCO RUSSO
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