Un enorme macchia bianca nel mare tra Scario e Acquafredda di Maratea: quattro milioni di metri quadri. Secondo i tecnici dell’Arpac (agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania), il fenomeno non è legato all’inqinamento ma è dovuto alle microalghe che si trovano sul fondo del mare. Questi microrganismi, a causa degli sbalzi di temperatura verificatisi in questo periodo, hanno emesso una sostanza simile a muco.
31 Maggio 2009
di PINO PERCIANTE MARATEA
MARATEA - Un enorme macchia bianca nel mare tra Scario e Acquafredda di Maratea. C’è apprensione ma si esclude che possa essere inquinamento. Certo l’estensione della macchia è notevole: si parla di ben 4 milioni di metri quadri. Secondo i tecnici dell’Arpac, però, il fenomeno è dovuto alle microalghe che si trovano sul fondo del mare. Questi microrganismi, a causa degli sbalzi di temperatura verificatisi in questo periodo, hanno emesso una sostanza simile a muco che salendo in superficie avrebbe originato l’enorme macchia biancastra diventata l’argomento del giorno nel Golfo di Policastro. Non sarebbe tutto inquinamento ma non è bello a vedersi e comunque la natura vischiosa della sostanza durante il suo tragitto «cattura» rifiuti. E si tratta di rifiuti non solo naturali ma anche di quelli lasciati dai soliti ignoti inquinatori che non hanno a cuore le sorti dell’ambiente, in questo caso del mare. A galla, infatti, sono emersi anche residui di plastica. E il fenomeno potrebbe ripetersi. La macchia bianca e schiumosa, che ieri forse a causa delle piogge e del vento sembrava diminuita, potrebbe ricomparire in presenza delle stesse condizioni ambientali e climatiche che l’hanno generata. Così se da un lato Maratea si fregia per l’ennesima volta della Bandiera Blu dall’altro è costretta ancora a fronteggiare non poche emergenze. Alle frane si aggiunge anche questo fenomeno naturale che anche se viene definito temporaneo e senza pericoli per la salute delle acque e dell’uomo potrebbe comunque causare delle ripercussioni a livello di immagine per la «perla del Tirreno». Dopo la comparsa della macchia sono stati allertati oltre agli organi sanitari per le analisi del caso anche quelli giudiziari. Le ipotesi andavano dal fenomeno naturale alle correnti marine che potevano aver trasportato rifiuti e liquami chissà da dove, oppure a problemi derivanti dalla depurazione, o anche al passaggio di una nave che aveva ripulito le cisterne. Per fortuna, a quanto pare, nulla di tutto questo, ma quella schiuma bianca esteticamente non è una bella immagine. E le assicurazioni sulla qualità dell’acqua a nulla potrebbero valere dal momento che la macchia schiumosa, qual ora dovesse ricomparire, potrebbe scoraggiare i turisti e farli optare per altre mete di villeggiatura dove fare il bagno e trascorrere qualche ora di relax. La macchia, infatti, anche se è comparsa a largo della costa a causa delle correnti è stata vista da turisti e residenti anche nelle zone dove si è soliti fare il bagno.
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