A marzo l’accordo per abbattere i prezzi di otturazione e visite. Ma si scopre che in alcuni casi i costi sono inferiori a quelli scontati. «È un risparmio virtuale». I presidi distrettuali sul territorio lucano, dove è possibile ricorrere alle cure odontoiatriche, sono in tutto 8, troppo pochi per le necessità
28 Maggio 2009
lL’Italia è al secondo posto come Paese più caro in Europa per le spese dentistiche. E la situazione diventa sempre più difficile per le tasche dei cittadini- utenti considerato che dal 2006 la riforma Bersani ha abolito le tariffe fisse e minime con la conseguente liberalizzazione dei prezzi per le cure dentali. L’Andi, l’associazione nazionale dentisti italiana, di fronte alla crisi economica che svuota i portafogli, ha deciso di intervenire per calmierare i prezzi. Chi ha un reddito inferiore agli 8.000 euro all’anno, o le donne in gravidanza, spenderà, per fare un esempio, 80 euro per la visita, l’ablazione del tartaro e l’insegnamento dell’igiene orale. Sessanta euro, invece, per l’estrazione di un dente e 800 per una protesi dentale.
A marzo scorso è stato sottoscritto un accordo tra dentisti e Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali per concretizzare l’operazione sconti. A due mesi da quell’intesa quali sono i reali riflessi sui cittadini? Non mancano le perplessità, dal momento che per alcune prestazioni, come otturazione o estrazione, sarebbe possibile corrispondere importi anche inferiori, come risulta dalle informazioni acquisite in diversi studi odontoiatrici della Basilicata. Inoltre, fa notare Cittadinanzattiva, invece di provvedere a potenziare e qualificare il servizio sanitario pubblico, si rilancia ancor più il sistema privatistico delle cure mediche in un settore di vasto impatto per la salute e la qualità della vita. Basti pensare che i presidi distrettuali sul territorio lucano, dove è possibile ricorrere alle cure odontoiatriche, sono in tutto 8. I cittadini, insomma, sono costretti sempre più a rivolgersi agli studi privati.
Tutti possono invece comprendere i vantaggi che verrebbero assicurati per l’intera comunità se si potesse disporre di un servizio odontoiatrico pubblico assicurato a tempo pieno in ogni distretto, dove le prestazioni verrebbero fornite dietro pagamento di ticket, sicuramente molto più conveniente rispetto agli onorari, che per quanto concordati, sono sempre molto rilevanti per i cittadini, soprattutto per i ceti meno abbienti. Potenziare il servizio odontoiatrico pubblico con l’estensione dei presidi sul territorio e con l’impiego a tempo pieno dei professionisti, peraltro, non dovrebbe comportare difficoltà insormontabili per le Aziende sanitarie dal punto di vista della sostenibilità finanziaria: l’incremento delle utenze che ne deriverebbe comporterebbe un corrispondente afflusso di entrate attraverso i ticket, con cui remunerare il servizio. Senza considerare, poi, i benefici sul piano della qualità della vita e dei vantaggi economici per le famiglie. [ma.bra.]
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