Ai funerali di Prasanth gli amici: «Non giudicate»
Le inferriate della chiesa di Gesù Maestro, a Potenza, sembrano pagine di un diario di scuola con le dediche per il funerale di Prasanth Folliero, quel compagno di classe che a 15 anni, per una delusione d’amore, mercoledì si è suicidato dandosi fuoco nel centro storico di Potenza. Al termine della funzione, gli amici hanno salutato quel ragazzo di 15 anni con un lungo abbraccio davanti alla bara • Si segue la pista del razzismo
22 Maggio 2009
POTENZA - Le inferriate della chiesa di Gesù Maestro, a Potenza, sembrano pagine di un diario di scuola con le dediche per il funerale di Prasanth Folliero, quel compagno di classe che a 15 anni, per una delusione d’amore, mercoledì si è suicidato dandosi fuoco nel centro storico: le hanno scritte sui manifesti listati a lutto per salutare, nel pomeriggio, la bara bianca di un “ragazzo con l’animo troppo grande per un mondo di piccoli mortali”.
Prasanth e la sorella, di origine indiana, erano stati adottati nel 1996 da una famiglia di Pignola (Potenza). Oggi i suoi amici hanno voluto ricordarlo anche così, come “un angelo nero con la cravatta rossa”, come appare nelle foto che molti ragazzi hanno in mano. Nella chiesa di Potenza c'era tutto il suo mondo: il gruppo della parrocchia potentina che Prasanth frequentava e dove aveva fatto anche il chierichetto, il coro della chiesa di Gesù Maestro in cui cantava, e i compagni di classe della I H del liceo scientifico “Galilei” di Potenza, che hanno appoggiato sulla bara la felpa dell’istituto. Al funerale non hanno voluto mancare anche due suore della Carità, che nel 1996 hanno aiutato la famiglia ad adottare quei due bambini. Ieri sul banco di Prasanth c'era un mazzo di fiori bianchi e una chitarra, lo strumento che amava suonare. Altri fiori sono stati lasciati sulla scalinata dove si è ucciso. “Ma non giudicate”, ha detto un amico dal pulpito durante la funzione, ricordando a tutti che la parrocchia donerà i soldi delle offerte per i terremotati dell’Abruzzo, “perchè Prasanth aveva un animo nobile”. Il parroco, durante l’omelia, ha rivolto ai giovani un appello: “Pensate che la vita è fatta di tanti tunnel bui, ma fuori c'è sempre la luce”. E alla luce del sole, al termine della funzione, gli amici hanno salutato quel ragazzo di 15 anni con un lungo abbraccio davanti alla bara.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su