Latte, una filiera lucana contro le multinazionali
di DONATO MASTRANGELO Coldiretti si mobilita per tutelare le produzioni locali e garantire la sicurezza alimentare ai consumatori. In piazza Vittorio Veneto promossa una petizione e offerti latticini esclusivamente lucani • L'allarme: «Dalla Polonia il latte importato al prezzo di 26 cent/litro»
13 Maggio 2009
di DONATO MASTRANGELO
MATERA - Su un litro di latte 17 centesimi restano al produttore, 22 vanno alla trasformazione e il resto della torta, la parte più consistente viene fagocitata dalla grande distribuzione. È questa la grande anomalia della filiera lattiero- casearia che con l’impor tazione del latte dai Paesi dell’Est europeo sta mettendo in ginocchio il mercato locale. La Coldiretti, proprio allo scopo di spezzare l’oligarchia dei grandi cartelli legati alle multinazionali ha lanciato la Giornata di mobilitazione per la salvaguardia del latte italiano. In tutte le regioni gli allevatori sono scesi nelle piazze con l’obiettivo di tutelare il prodotto “Made in Italy ” e difendere le quote di mercato del Belpaese. E proprio ieri il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo e l’a ssessore all’Agricoltura, Vincenzo Viti hanno annunciato che sottoporranno la questione della certificazione di origine dei prodotti di filiera, in special modo quelli lattiero- caseari alla prossima conferenza Stato-Regioni.
«L’intervento – ha affermato il direttore regionale della Coldiretti, Giuseppe Brillante – consentirà di rafforzare in ambito nazionale e comunitario una legittima richiesta a tutela dei produttori e dei consumatori. Una richiesta che contiene forti motivazioni se pensiamo alle forti importazioni, in media del trenta per cento di caglio dai Paesi dell’Est e alla scarsa remunerazione del prezzo alla stalla pagato appena 17 centesimi al litro». Brillante ritiene «fondamentale arrivare alla tracciabilità di filiera per salvaguardare gli allevatori e il reddito delle loro ma anche per tutelare i consumatori. Allo stato attuale ci sono troppi falsi Made in Italy, invece il sistema Italia va valorizzato con prodotti di qualità». È un momento molto difficile per la filiera del latte italiano - dichiara Piergiorgio Quarto - se pensiamo che al mondo agricolo il prodotto viene pagato sui 30-35 centesimi al litro, mentre il prezzo pagato dal consumatore finale è moltiplicato per cinque». Ma c’è un’altra minaccia per le produzioni italiane. «Una mozzarella su due viene prodotta con latte straniero e due su quattro addirittura senza latte ma con cagliate o paste filate provenienti dall’Est europeo. Il rischio è che le materie prime a basso costo impiegate al posto del latte fresco possano contribuire alla scomparsa del patrimonio zootecnico. Coldiretti punta a rigenerare l’identità del mondo agricolo attraverso una filiera tutta italiana con la domanda commerciale che faccia leva sugli aspetti di eccellenza della qualità del prodotto e sulla sicurezza delle produzioni. Per questo chiediamo che l’iter della legge sull’obblig arietà dell’origine, in duscussione al Senato, venga al più presto approvata per garantire chiarezza in etichetta al consumatore».
Il settore della produzione del latte sul territorio lucano come nel resto del Paese già da anni deve fare i conti con margini di guadagno molto limitati. Spettatore interessato della incessante evoluzione di questo segmento agroalimentare nello scenario globale, come per tanti altri beni alimentari di prima necessità, è il consumatore. Adiconsum punta ad una strategia comune con Coldiretti per preservare chi acquista il prodotto. «Le speculazioni sul mercato - ha affermato Angelo Festa- danneggiano quanto i produttori locali tanto i consumatori. Chiediamo che sia opportuno sostenere anche con misure di aiuto e sostegno chi opera sul territorio e passare da una economia di profitto ad una di consumo consapevole che ponga al centro la funzione primaria del bene alimentare ma anche l’economia locale. Basta con i cartelli di holding che saccheggiano il territorio».
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