di GIOVANNI RIVELLI Il pm Woodcock indaga sul perchè alcuni candidati passano lo scritto ma non vanno all’orale. Gli inquirenti tengono ovviamente le «carte coperte», ma sul caso avrebbero in mano già qualcosa di più preciso • Parla l’azienda: settemila domande e cento ammessi, metà rinuncia
12 Maggio 2009
di GIOVANNI RIVELLI
POTENZA - Con la fame di lavoro che, è molto strano c’è che una persona possa prendere parte a un concorso superare brillantemente la parte scritta della selezione e non presentarsi all’orale. Strano, talmente strano che questo episodio ha finito con dare il «là» all’ennesimo capitolo della «megainchiesta Sanità» che il Pm Henry John Woodcock sta conducendo dal 2005 con le diverse forze di polizia, dalla Squadra Mobile ai Carabinieri, mettendo insieme una massa di filoni e materiali talmente ampia da essere spezzettata in 11 «capitoli».
Il nuovo caso vede ancora una volta al centro l’ospedale San Carlo di Potenza che della sanità lucana è il cuore, rappresentando la più grande struttura pubblica dell’intera regione. Ebbene, per le esigenze dei prorpri uffici, l’azienda ospedaliera, nei mesi scorsi, ha espletato un «concorso per titoli ed esami per la copertura di n.11 posti, di cui n.2 part-time, di Assistente Amministrativo – Categoria C» che si è concluso, lo scorso 29 aprile, con l’approvazione e la pubblicazione finale della graduatoria nella quale sono risultati inseriti 42 nominativi, cioè gli 11 vincenti la selezione e altri 31 che si sono comunque piazzati nella graduatoria finale, ma per gli inquirenti non è escluso che qualcuno abbia potuto fare «manovre» per favorire il piazzamento in posizione utile di qualche candidato.
L’attenzione è in particolare su quei candidati che cercavano un lavoro fino a superare gli scritti e poi, improvvisamente, hanno deciso di rinunciare alla prova. Hanno desistito per motivazioni personali (quali un impedimento o l’ottenimento di un altro posto di lavoro) per sfiducia (perchè già sapevano che non sarebbero stati loro a vincere quella prova) o perchè sono stati fatti oggetto di pressioni? Le domande sono le stesse che la polizia, in questi giorni, sta facendo ai diretti interessati. In diversi sono stati convocati (ovviamente come persone informate sui fatti perchè anche se qualcosa di irregolare ci fosse stato loro ne sarebbero al più le vittime) per fornire spiegazioni su questo comportamento «anomalo». E ovviamente le risposte giunte sono diverse. Gli inquirenti, per il necessario riserbo d’indagine e evitare che qualcuno possa adottare «contromisure», non scoprono le carte. Ma anche se lo scenario descritto lascia aperte più ipotesi (le pressioni a «desistere » potrebbero essere venute da ovunque, anche senza coinvolgere quanti sono stati impegnati nelle selezioni) nelle mani di Pm e investigatori ci sarebbe qualcosa di più «preciso», di più concreto, di più dettagliato che indirizzerebbe in modo più esplicito il lavoro delle indagini, tanto sugli ipotetici «attuatori» dell’irre golarità, quanto sugli eventuali beneficiari. Del resto, se il Pm Woodcock, notoriamente in procinto di lasciare Potenza (deve trasferirsi a Napoli e in Basilicata resterà fino a Luglio, ma ci si avvia a un periodo di ferie) vuole provare a concludere questa attività deve lavorare spedito su una traccia e forzare i tempi. Diversamente dovrà lasciare anche questo «capitolo» in eredità a chi prenderà le sue inchieste. E proprio per questo starebbe provando a tirare le somme su tutti i capitoli della mega-inchiesta. Qualcuno, inevitabilmente, comporterà tempi più lunghi. Ma qualche altro, dicono i bene informati, avrà sviluppi a breve.
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