La Basilicata ha una delle più alte percentuali, in rapporto alla popolazione residente, di matrimoni tra italiani e stranieri. Il Potentino, in particolare, si posiziona al terzo posto in Italia. Nell'intera regione, nel 2006, sono state registrate 137 acquisizioni di nazionalità, di cui il 95,6 per cento per matrimonio. Statistiche alla mano, però, spesso gli immigrati non riescono a trovare molto più dei classici «due cuori e una capanna», in un territorio che è ancora maglia nera per il lavoro irregolare (al di sopra del 20 per cento, rispetto ad una media italiana del 12) • Gianni e Chatwaree, quando l'amore supera ogni differenza • Iniziative d'incontro tra Oriente e Occidente
03 Maggio 2009
POTENZA - Il detto «mogli e buoi dei paesi tuoi» può andarsi a fare benedire. Almeno in Basilicata. Infatti siamo la regione con una delle più alte percentuali, in rapporto alla popolazione residente, di matrimoni tra italiani e stranieri. Il Potentino, in particolare, si posiziona al terzo posto in Italia nella singolare graduatoria delle acquisizioni di cittadinanza per matrimonio, alle spalle di Oristano ed Enna. In provincia, infatti, il tasso di acquisizione di nazionalità per matrimonio è pari al 3 per cento, contro una media nazionale dell’1,2 per cento ed una media del meridione del 2 per cento circa. La provincia di Potenza, dunque, è una di quelle dove, in percentuale, si registrano pù matrimoni fra italiani e stranieri.
Nell’intera regione, nel 2006, sono state registrate 137 acquisizioni di nazionalità, di cui il 95,6 per cento per matrimonio. Statistiche alla mano, però, spesso gli immigrati non riescono a trovare molto più dei classici «due cuori e una capanna», in un territorio che è ancora maglia nera per il lavoro irregolare (al di sopra del 20 per cento, rispetto ad una media italiana del 12).
Secondo i dati ufficiali raccolti nel rapporto Caritas/Migrantes, comunque, i lavoratori nati all’estero occupati in Basilicata nel corso del 2007 sono stati 11.867, di cui il 74 per cento provenienti dall’Est europeo: Romania, Polonia e Bulgaria. Più modesto il numero ei lavoratori provenienti da Africa (13,2%), asiatici (5,5%) e americani (5,8). Il mercato del lavoro che ha assorbito più facilmente i lavoratori stranieri è stato quello dell’agricoltura, che ha assorbito il 34,3 per cento degli occupati complessivi. Percentuale che sale addirittura oltre i 51 punti se si considerano soltanto gli stranieri che si affacciavano per la prima volta al mercato del lavoro regionale.
L’identikit del lavoratore straniero impiegato in Basilicata, secondo i dati raccolti dal dossier Caritas/Migrantes, è quello di un giovane, profondamente legato al paese e alla famiglia di origine. La percentuale dei lavoratori stranieri di età compresa fra i 18 e i 24 anni, infatti, è del 14,8, contro il 13,7 del Sud Italia e il 12,5 della media italiana. Giovani che mantengono uno stretto legame con le famiglie lasciate nella terra d’origine, come testimoniano le rimesse di capitali verso le aree di provenienza, che negli ultimi otto anni sono aumentate di circa 20 volte, passando dai 709.000 del 2000 ai 13.652.000 del 2007. Giovani che però, evidentemente, nonostante il legame col Paese d’origine, si lasciano ammaliare dal fascino dei lucani e delle lucane, come testimonia l’elevato numero di acquisizioni di nazionalità per matrimonio. E così la Basilicata costruisce le basi per diventare una vera «isola felice» dell’inte g razione: non più stranieri o extracomunitari ma, come auspica il dossier Caritas/Migrantes «cittadini, compagni di strada, in grado di fornire un nuovo apporto al nostro sviluppo».
(nella foto: Giovanni Montatori, in arte Clown Gionni, insieme alla moglie thailandese, Chatwaree Ranghom, all'interno del loro centro massaggi thailandesi a Parco Aurora - FOTO TONY VECE)
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