di ANTONELLA INCISO Decine di telefonate, appostamenti, pedinamenti la «quotidianità» della vittima di un «corteggiatore». «La mia vita è cambiata. Per un periodo non potevo uscire di casa». Ad agosto lo denuncia, ma dopo un periodo di tregua l’uomo ritorna a molestarla • «Quei casi oscuri non denunciati» • Telefono donna: «Le vittime chiedano aiuto subito»
28 Aprile 2009
di ANTONELLA INCISO
«All’inizio ho pensato che la cosa sarebbe finita in poco tempo. Invece, non è stato così. La mia vita è cambiata radicalmente. Oggi ho paura, ma l’unica cosa che non è riuscito a togliermi è la serenità coniug ale». A parlare è la signora Maria (la chiameremo così per tutelarne l’identità). Una donna della provincia di Potenza, giovane, sposata, madre di due ragazzi, con un lavoro, una famiglia e soprattutto una vita che sino a poco tempo fa era come tante altre. Una vita normale sino a quando la signora è diventata vittima di un ammiratore troppo invadente. Un uomo che nel tempo - pian piano - si è trasformato in un persecutore. In quello che in termine tecnico viene definito uno «stalker». Telefonate continue, pedinamenti, allusioni, appostamenti. Da quasi un anno la vita della signora Maria è diventata un inferno. E con la sua si è trasformata anche la quotidianità dei suoi familiari. Un incubo che lei stessa all’inizio non poteva neppure lontanamente immaginare. «Tutto è iniziato con alcune telefonate anonime sul numero di casa - Erano telefonate durante le quali faceva apprezzamenti sulla mia persona. Sin dall’ini - zio, però, si intuiva che mi conosceva, che sapeva alcuni particolari sulla mia vita privata». L’uomo non si arrende. Con la scusa di voler rintracciare il marito riesce ad ottenere dalla madre della signora Maria il suo numero di cellulare. Ed allora inizia a telefonarle sempre più spesso. «E’ l’inizio del mio calvario» commenta la donna, che dalla voce - ad un certo punto - riesce a riconoscere il suo «carnefice». Ma la cosa non lo spaventa più di tanto, anzi l’uomo continua a chiamarla presentandosi con il suo nome. Sino ad arrivare ad una media di 10 telefonate, a tutte le ore del giorno e della notte. Diventando aggressivo quando la donna gli diceva che non avrebbe mai ricambiato le sue avances. «Ho fatto anche intervenire mio marito - sostiene la signora - e lui gli aveva assicurato che la cosa sarebbe finita. Invece, non è così». La «persecuzione» continua. «Mi seguiva, veniva sotto casa - aggiunge - a qualsiasi ora me lo trovavo davanti. Sono stata e sono costretta a cambiare strada quasi ogni giorno per andare al lavoro. L’ho anche denunciato ad agosto». Lui viene diffidato a presentarsi in caserma, per alcuni giorni sparisce poi ricompare. Sino ad oggi. Sempre con telefonate, con pedinamenti. «Dal punto di vista psicologico l’inizio è stato duro - precisa ancora la signora -non pensavo che sarebbe arrivato a tanto ed oggi non riesco ad accettare il fatto che una persona si comporti così. Ora, il mio augurio è che paghi per quello che ha fatto. Conoscere una persona ed avere affetto per lei non è questo»
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