di EMILIO SALIERNO C'è necessità di un organico da potenziare e attrezzature in attesa di un adeguamento. Sono 153 le unità operative, distribuite tra la caserma centrale di Matera e i presìdi di Policoro e Ferrandina. Il nuovo distaccamento stabile, ribadisce la Uil, va realizzato a Metaponto, snodo strategico del nostro territorio
25 Aprile 2009
di EMILIO SALIERNO
MATERA - Limiti di organico, dotazioni tecniche spesso inadeguate, turni estenuanti : un peso difficile da sopportare. Se i Vigili del fuoco «reggono» è solo grazie al loro spirito di servizio. Devono combattere e andare avanti, tra l’altro, senza dimenticare l’annoso ritardo nel rinnovo contrattuale di cate goria. Sono 153 le unità operative a Matera, distribuite tra la caserma centrale del capoluogo e i distaccamenti di Policoro e e Ferrandina. Poi ci sono gli amministrativi, che lavorano negli uffici, complessivamente una ventina di addetti. Si può contare anche sul distaccamento dei volontari a Montalbano Jonico, circa 30 persone che fungono da supporto al personale operativo. Turnazioni, trasferte, mensa e tante altre indennità derivanti dalle specificità delle funzioni, sono riconosciute in termini assolutamente inferiori rispetto alla media.
I Vigili del fuoco puntano i piedi: chiedono un organico adeguato, con addetti ben formati e con le dotazioni tecniche necessarie, un contratto che li tuteli maggiormente dal punto di vista della sicurezza. Per quanto concerne la provincia, la Uil ritiene imprescindibile la stabile apertura di un distaccamento a Metaponto, altre e diverse localizzazioni, segnala il sindacato, non risponderebbero a principi di effettiva tutela del territorio ma solamente ad ingiustificabili motivazioni di altro genere (si tratta, forse, di scaramucce pol itiche?).
Andrea Trombetta, pompiere, è il coordinatore provinciale della Uil Vigili del fuoco. «La carenza di personale è un dato acquisito a livello nazionale. A Matera non siamo pochi, ma nell’ottica dell’auspicabile apertura del distaccamento a Metaponto, bisogna pensare a rafforzare l’organico, anche considerando che, il nostro territorio, è esposto a rischi e quindi c’è necessità di presidi adeguati, permanenti, con uomini e mezzi all’altezza. Non c’è solo l’area jonica da coprire, c’è infatti una zona dell’interno, tra Grassano e Tricarico, dove bisognerebbe insediare una nostra postazione. Tra l’altro, ora sembra che ci sia una disputa persino sul distaccamento da avviare a Metaponto, perchè qualcuno spinge invece per realizzarlo a Marconia. Noi operatori chiediamo che si confermi la scelta di Metaponto, come sottolineato anche dal sindaco di Bernalda. Le nostre motivazioni, naturalmente, sono prettamente tecniche: Metaponto perchè è crocevia importante del nostro territorio, sia per la presenza della statale 106 Jonica, e dunque per i rischi quotidiani che si corrono su quella strada, sia per lo snodo ferroviario. Del resto, così come indica la normativa nazionale, noi dobbiamo garantire il soccorso nell’arco di venti minuti. Da Matera a Serra Marina, con i mezzi pesanti, certo non siamo in grado di farlo. La zona di Metaponto è anche esposta al rischio di calamità naturali, come le esondazioni, e nel periodo estivo la popolazione residente aumenta vertiginosamente. Marconia, indubbiamente, non ha queste prerogative ». Il problema della dotazione tecnica.
«Il parco automezzi va rinnovato – dice Andrea Trombetta – con vetture e camion vecchi ne risente il servizio e la nostra prestazione». I Vigili del fuoco staranno comunque più comodi con l’ampliamento della caserma. I lavori sono ripresi, ma per il momento non è possibile stabilire quando gli interventi saranno ultimati. E la Uil, sensibile alle questioni sollevate dai pompieri, con il segretario provinciale Franco Coppola, ritiene che, «nell’ambito dei servizi complessivi che lo Stato eroga, vi è necessità di procedere ad una reale razionalizzazione ed economicizzazione. Non è possibile continuare con lo spreco delle false consulenze ed inefficienza e incongruità delle esternalizzazioni dei servizi, per poi lesinare risorse a servizi come quelli erogati dai Vigili del fuoco, che rappresentano il vero termometro dello stato di civiltà di un Paese. Nell’ultimo triste evento del sisma dell’Aquila, insieme al giusto riconoscimento agli interventi di soccorso effettuati, nessuno ha fatto rilevare in che condizioni e con quali mezzi hanno operato i Vigili del fuoco, con turni anche di 20 ore, di continuo, con mezzi spesso bisognosi di continue riparazioni, tende per riposare obsolete, deteriorate e senza servizi igienici. E per mangiare – aggiunge Coppola – solo qualche scatoletta di carne o di tonno».
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