È quanto afferma la Corte di Cassazione con una sentenza con la quale ha confermato la condanna emessa dalla corte d'Appello di Potenza nei confronti di due genitori per il risarcimento dei danni derivanti dalla morte di un ragazzo causata, nel 1990 ad Avigliano, da un impatto con la «vespa» guidata dal figlio della coppia. Per i giudici, i genitori hanno l'obbligo di «vigilanza e di educazione» di un figlio • Le testimonianze dei protagonisti della vicenda. «La disperazione non ci lascia»
24 Aprile 2009
POTENZA - La mancata osservanza, da parte di un minore, di norme del codice della strada, quale l’obbligo di portare il casco o la prescrizione di tenere un atteggiamento prudente possono essere il sintomo che il giovane non ha ricevuto dai genitori la giusta educazione e, come conseguenza, che padre e madre sono responsabili dei suoi atti. È quanto afferma la Corte di Cassazione con una sentenza con la quale ha confermato la condanna emessa dalla corte d’Appello di Potenza nei confronti di due genitori per il risarcimento dei danni derivanti dalla morte di un ragazzo causata, nel 1990 ad Avigliano, da un’impatto con la «vespa » guidata dal figlio della coppia.
Di regola, i genitori che affidano un mezzo al figlio dovrebbero valutarne preventivamente la maturità. E i genitori del ragazzo che provocò l’incidente mortale hanno cercato di dimostrare che il loro figlio era abbastanza maturo, tanto da avere anche un lavoretto in una carrozzeria. Tanto, però non è bastato a convincere i giudici della suprema corte secondo cui «lo stato di immaturità, il temperamento e l’educazione del minore possono desumersi anche dalle modalità del fatto ed è pacifico che il figlio non indossava il casco e aveva una certa dimestichezza con i veicoli, pur essendo minorenne».
I giudici affermano che i genitori hanno l’obbligo di «vigilanza e di educazione» di un figlio: per questo motivo, se il minore rimane coinvolto in un illecito, i genitori devono dimostrare di avere «impartito al figlio un’educazione normalmente sufficiente ad impostare una corretta vita di relazione». E l’inosservanza di norme quali quella che impone il casco potrebbero testimoniare che i genitori non hanno adempiuto in modo sufficiente «all’obbligo di una corretta educazione». GIOVANNI RIVELLI
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