di EMILIO SALIERNO Cento famiglie private degli immobili per l’impossibilità di far fronte al debito. Il dato emerge da fonti sindacali, anche se resta la difficoltà di confutarlo per la riservatezza degli istituti creditizi. Il Sicet (Sindacato inquilini, casa e territorio) conferma che il fenomeno è purtroppo in ascesa
22 Aprile 2009
MATERA - Sarebbero almeno cento, solo a Matera, le famiglie private della casa per l’impossibilità delle famiglie di far fronte al mutuo contratto con le banche. Il dato emerge da fonti sindacali, anche se resta la difficoltà di confutarlo per la riservatezza degli istituti creditizi. Il Sicet (Sindacato inquilini, casa e territorio), che ieri ha celebrato il congresso regionale, alla presenza del segretario nazionale Guido Piran, conferma che il fenomeno è purtroppo in ascesa ed è uno dei segnali evidenti degli effetti della crisi che investe la nostra provincia.
«Quello che possiamo sicuramente affermare – dice Antonio C l e m e n t e, riconfermato nella carica di segretario regionale del Sicet – è che il problema dell’insolvenza dei mutui e del conseguenziale recupero degli immobili da parte delle banche, continua a crescere. Una tendenza consistente, che abbiamo appreso da alcuni direttori di istituti creditizi. A noi, al di là dei numeri precisi, c’è già abbondante terreno per preoccuparsi e lanciare l’allarme. Il venir meno del lavoro, gli ammortizzatori sociali, i licenziamenti rappresentano, oramai, ostacoli insormontabili ». Ma la requisizione degli alloggi non è l’unico problema, perché bisogna anche considerare che molta gente non riesce più a pagare nemmeno il canone di locazione delle abitazioni di edilizia sociale e popol are.
«È una considerazione diffusa, purtroppo – sottolinea Clemente – quella legata alla percentuale di famiglie proprietarie di case, l’86 per cento, rispetto al 14 per cento che sta in affitto, un dato nazionale che rispecchia perfettamente anche quello materano. È un clamoroso errore cullarsi su questi numeri, perché la percentuale di gente titolare di due o più appartamenti fa diventare fuorviante la statistica, a danno della percentuale delle famiglie che paga il canone di locazione. Non è una distinzione di poco conto, perchè l’oscillazione di qualche punto in percentuale significa, di fatto, altre decine di migliaia di nuclei familiari che si vanno ad aggiungere a quelle già stimate. Il guaio è che l’incidenza dei fitti sul bilancio economico di una famiglia, spesso monoreddito, precario o riveniente da pensioni minime è cresciuta, dal 2001 ad oggi, nella misura dell’80-100 per cento, rispetto ad aumenti stipendiali e salariali che non vanno oltre il 7/8 per cento».
Secondo una recente indagine dei sindacati degli inquilini e degli affittuari, il canone di locazione pesa sul reddito annuo dei materani dal 30 al 40 per cento, considerando un campione di cento famiglie con un’e n t r at a media mensile tra 1100 e 1200 euro, che rispecchia anche la media lucana, tra le più basse d’Italia. Resta poi la questione aperta delle case popolari o di edilizia agevolata. Matera, in base alle stime dei sindacati di settore, ha una «fame» di oltre 600 abitazioni, e questo solo per poter colmare il grosso del fabbisogno. Bisogna realizzare più case popolari, anche perchè ci sono tanti cittadini che vivono in case dell’Ater o del Comune che sono addirittura pericolanti. Servono interventi di sostegno per le famiglie che non possono permettersi la soluzione del mercato privato degli immobili e che vivono in case fatiscenti.
«La ripartizione delle risorse per la costruzione di nuovi alloggi da dare ai Comuni – dice Clemente – che siano destinate a quelli con le reali maggiori esigenze abitative. Inoltre, serve un regolamento per l’erogazione del contributo di sostegno a favore delle famiglie meno abbienti». Il cronoprogramma di Regione e Ater in tema di edilizia residenziale, prevede entro il 2009 l’appalto di nuovi lavori a Serra Rifusa e in via Gravina. Inoltre, bisognerà dare corso alle procedure finalizzate alla cantierizzazione di altri alloggi nel Peep “L’A rc o ”. L’attuazione di questi piani di edilizia residenziale potrà essere una delle risposte alla domanda abitativa della città, in grado anche di favorire meccanismi tali da calmierare i prezzi di acquisto degli appartamenti, che si fanno sempre più elevati a Matera ed anche in alcuni centri della provincia, senza un reale motivo, ma spesso solo per una serie di interventi di tipo speculativo.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su