Clero e famiglie patrizie hanno caratterizzato fino al secondo conflitto mondiale, coinciso con l'insurrezione del 21 settembre 1943 e l'avvento della Repubblica italiana, la produzione libraria e storiografica di Matera. E' l'analisi che lo storico locale Giovanni Caserta ha fatto in occasione della settimana della cultura nel corso della mostra-rassegna "Matera e Provincia attraverso i libri (sec.XI-XX)"
18 Aprile 2009
MATERA - Clero e famiglie patrizie hanno caratterizzato fino al secondo conflitto mondiale, coinciso con l'insurrezione del 21 settembre 1943 e l’avvento della Repubblica italiana, la produzione libraria e storiografica di Matera. E’ l'analisi che lo storico locale Giovanni Caserta ha fatto in occasione della settimana della cultura nel corso della mostra-rassegna “Matera e Provincia attraverso i libri (sec.XI-XX)”.
“La produzione libraria locale – ha detto Caserta – ha risentito delle peculiarità di Matera, estranea alla cultura della Lucania, in quanto appartenente alla Terra d’Otranto e con le specificità della presenza del latifondo, delle famiglie patrizie e del potere ecclesiastico che hanno ignorato la storia dei Sassi e della civiltà contadina. Qui non c'è stato il Risorgimento, ma il potere di pochi per mantenere intatte egemonie consolidate. La caduta del Fascismo e l’avvento della Repubblica hanno consentito di aprire il dibattito sul riuso degli antichi rioni con il coinvolgimento di realtà culturali e non solo locali e stranieri”.
Nella rassegna libraria locale, che va dall’XI al XX secolo, da Eustachio da Matera a Domenico Ridola, sono state citate anche le opere del filosofo Eustachio Lamanna e di Giuseppe De Robertis che operarono fuori regione e del filosofo Onofrio Tataranni, che nel 1799 realizzò a Napoli un “catechismo repubblicano” per spiegare i contenuti della rivoluzione. L'opera vinse il primo premio di un concorso bandito sull'argomento dal governo del tempo.
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