di SALVATORE VERDE Si sono appena concluse le riprese dell’ultimo film del regista Carlo Fusco «Pochi giorni per capire». Un film denuncia su un fenomeno che assume i connotati dell’emergenza. La storia - ambientata in un luogo imprecisato del Sud e incentrato su un caso di pedofilia tra le mura familiari
15 Aprile 2009
di SALVATORE VERDE
Cominciate il 18 marzo scorso a Francavilla sul Sinni (dove alloggiava la troupe), con una scena anche a Chiaromonte, si sono appena concluse le riprese in Basilicata del film «Pochi giorni per capire» (titolo provvisorio, con fotografia digitale a colori e in bianco e nero, sonoro in presa diretta e circa 90 minuti di durata). Quinto lungometraggio del talentuoso regista trentunenne di Potenza Carlo Fusco, anche autore della sceneggiatura e operatore con la macchina da presa a spalla (montaggio affidato a Massimiliano Benvenuti e musiche del maestro Stelvio Cipriani).
La storia - ambientata in un luogo imprecisato del Sud e incentrato su un caso di pedofilia tra le mura familiari. «Pur svincolato da fatti di cronaca reali, il racconto - perciò delicato, difficile e purtroppo sempre attuale: un padre abusa del figlio e la moglie sa, ma il parroco avvicina il bimbo offeso e intuisce lo squallore, dando una speranza alla madre prima della tragedia», ci sintetizza il regista.
Eccellente la scelta dei protagonisti: un ispirato Tony Sperandeo (icona filmica di certa sicilianità deviata, qui nei panni di un sagace sacerdote) e l‘allucinato Luigi Maria Burruano (consigliere comunale e padre orco), entrambi grandi attori siciliani, tra i maggiori caratteristi della storia recente del cinema e della televisione italiana. Inoltre, spiccano la partecipazione straordinaria di Enrico Lo Verso, ormai attore internazionale di fama, e la presenza eccezionalmente espressiva del bimbo Salvatore Merlino, 10 anni («nipote di Filippo, il sottotenente di Sant‘Arcangelo ucciso a Nassiriya »), oltre alla brava e bella calabrese Annalisa Insardi (la dolente moglie-madre) e un gruppo di affiatati comprimari, tra i quali Gabriele Reale (il maresciallo dei carabinieri) e Giampiero Siddartha. Con loro Aldo Fortunato (interpreta il sindaco del paese), 45 anni, anch’egli lucano, proprio di Francavilla S.S, come la madre del regista e gli stessi produttori Adriano (38 anni) e Giuseppe Pecchia (44), alla loro seconda produzione, dopo Mario il mago (2008) con Franco Nero, «film ancora inedito in Italia, ma accolto favorevolmente in Ungheria?».
I fratelli sono entrambi figli di Mario Pecchia, 72 anni a maggio, originario di San Giorgio Lucano, emigrato a Milano nel lontano 1956, con una storia familiare che ricorda molto il viscontiano «Rocco e i suoi fratelli», poi sviluppatasi come imprenditori immobiliaristi (Finman Spa) nel capoluogo lombardo e titolari di un pastificio («Spiga del monte») a Senise. Legatissimo alle proprie radici, Fusco - autore di La straniera e dell’appassionato «Lucania storia infinita» (2006), girato in molti comuni della Basilicata, «Una roccia spezzata» (2007) e «Prigioniero di un segreto» (2008, con Franco Nero e T. Sperandeo), in post-produzione e di prossima uscita nelle sale.
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