Chiesto il rinvio a giudizio per Vittorio Emanuele
Indagine «Savoiagate»: il pm Henry John Woodcock ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta ieri mattina al tribunale di Potenza, davanti al gup Luigi Barrella. Nelle prossime udienze saranno chiamati a discutere gli avvocati degli imputati con posizioni minori. I legali di Vittorio Emanuele di Savoia, personaggio chiave dell’inchiesta, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, saranno gli ultimi a discutere in fase di udienza preliminare
09 Aprile 2009
POTENZA - Indagine «Savoiagate»: il pm Henry John Woodcock ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta ieri mattina al tribunale di Potenza, davanti al gup Luigi Barrella. Nelle prossime udienze saranno chiamati a discutere gli avvocati degli imputati con posizioni minori. I legali di Vittorio Emanuele di Savoia, personaggio chiave dell’inchiesta, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, saranno gli ultimi a discutere in fase di udienza preliminare.
Due degli indagati, Emanuele Marini e Rocco Tancredi, hanno chiesto il rito abbreviato, di cui si discuterà nella prossima udienza, prevista per il 20 maggio. Ieri il gup ha respinto tutte le questioni preliminari sollevate dagli avvocati (tra cui l’utilizzabilità di alcuni atti, decreti autorizzativi e proroghe delle intercettazioni) ad eccezione di quelle relative alla competenza territoriale, su cui il giudice dovrebbe pronunciarsi nel corso della prossima udienza. Successivamente si sono svolte le relazioni del pm (durata poco meno di un’ora) e di alcuni dei 17 avvocati presenti in aula, tra cui i legali di Vittorio Emanuele, Francesco Murgia e Gianfranco Robilotta. Vittorio Emanuele, lo ricordiamo, è stato arrestato il 16 giugno 2006.
L'ipotesi di reato è l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione. Secondo la Procura di Potenza, infatti, l’erede di Casa Savoia sarebbe implicato in un vero e proprio «mercato» dei nulla osta per videogiochi ed altri apparecchi elettronici utilizzati per il gioco d'azzardo, in collegamento con esponenti della criminalità organizzata siciliana. Tutta la vicenda è nata da alcune intercettazioni telefoniche scottanti che hanno coinvolto Vittorio Emanuele e che mostrerebbero un legame sotterraneo tra mondo della politica, dello spettacolo e della malavita organizzata.
Tra le frasi celebri intercettate non proprio degne di un sangue blu: «Ho tre quarti d'ora e vorrei andare a puttane». L'intera inchiesta è arrivata ai mass media quando Woodcock ha chiesto e otteuto l'arresto a Varenna di Vittorio Emanuele di Savoia con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso nell'ambito di attività legate al casinò di Campione d'Italia. L'indagine coinvolge 24 persone, di cui 13 sono state arrestate.
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