Ieri un sit-in è stato tenuto davanti la sede dell’Arbea. Alcuni agricoltori si sono perfino incatenati al cancello di ingresso degli uffici dell’ a g enzia ed hanno chiesto un incontro alla struttura tecnica. Chiedono il pagamento degli arretrati
07 Aprile 2009
POTENZA - Agricoltori sul piede di guerra. Non ricevono gli aiuti comunitari arretrati. In alcuni casi i ritardi accumulati arrivano fino a cinque anni. Per sollecitarne il pagamento gli agricoltori lucani, coordinati dal Csail (Comitato per lo sviluppo delle aree interne) hanno inscenato ieri a Potenza una manifestazione di protesta. Il sit-in è stato tenuto davanti la sede dell’Arbea. Alcuni agricoltori si sono perfino incatenati al cancello di ingresso degli uffici dell’ a g enzia ed hanno chiesto un incontro alla struttura tecnica. Filippo Massaro, presidente del Csail, ha detto che «la direzione dell’Arbea non è in grado di tenere fede agli impegni assunti attraverso il cosiddetto “cronoprogramma” di pagamenti, un calendario di pagamenti che – ha aggiunto – è stato continuamente aggiornato con i tre assessori all’ agricoltura che si sono avvicendati nel giro di tre anni facendosi, a loro volta, garanti dell’operazione per lo snellimento delle procedure, senza che ciò sia realmente accaduto».
«Inoltre - ha continuato - è stato emesso dal Governo un decreto-sanatoria a firma del Ministro delle Politiche Agricole on. Luca Zaia per superare alcune interpretazioni burocratiche sugli accertamenti e le verifiche da esperire. E ancora gruppi di agricoltori si sono detti disponibili a stipulare polizze fideiussorie pur di accelerare i mandati di pagamento, ma anche questa ipotesi, diffusa in numerosi campi della pubblica amministrazione, trova ostacoli burocratici ed interpretativi. A questo punto abbiamo chiesto un incontro e l’intervento del Prefetto quale rappresentante dello Stato per evidenziare che il livello di esasperazione tra i coltivatori e produttori agricoli ha toccato livelli preoccupanti e potrebbe avere sbocchi più gravi».
Per il Csail, gli ulteriori ritardi accumulati hanno motivazioni del tutto ingiustificate e alimentano nuova tensione sociale. Per questo la mobilitazione degli agricoltori interessati vuole essere una «spallata» decisiva alla gestione dell’Arbea e quindi intende «convincere l’assessore Viti a liquidare l’azienda come pure si è impegnato a fare a giugno, quando intende fare un bilancio dello smaltimento delle pratiche arretrate. Gli agricoltori non possono aspettare a giugno con il fiato sul collo di banche ed usurai che , come è stato evidenziato qualche giorno fa dal Comitato provinciale di don Marcello Cozzi, sono sempre più radicati nelle aree più interne e più povere». [a.mass.]
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