POTENZA - Tre mesi per capire cosa sta succedendo nelle falde acquifere, superficiali e profonde, dell’area di Fenice. E’ il tempo che dovrebbe servire al piano di caratterizzazione ambientale per individuare le cause dell’inquinamento delle acque sotterranee lungo il perimetro ma anche fuori dell’impianto di termovalorizzazione di San Nicola di Melfi. Un lasso di tempo tutto sommato breve che consentirà di valutare l’origine di quei valori fuori norma nelle falde acquifere del territorio intorno al termovalorizzatore di San Nicola di Melfi per poi decidere come interve nire. A dare il via libera al piano il tavolo operativo voluto dall’assessore regionale all’Ambiente, Vincenzo Santochirico, a cui hanno partecipato la Provincia, il comune di Melfi, l’Arpab ed i rappresentati di Fenice spa. In particolare, il piano - che sarà realizzato dalla stessa Fenice - prevede un monitoraggio dell’area con carotaggi del suolo, prelievo delle matrici ambientali, analisi chimiche ed una rete piezometrica per valutare lo stato della risorsa idrica di falda che si spingerà sino ad una profondità di 30 metri dal sottosuolo. In questo modo i tecnici potranno individuare con certezza le cause dell’inquinamento. Cause che nel corso del tavolo tecnico sarebbero state ricondotte a due possibilità: una interna allo stabilimento, l’altra (ritenuta, però, meno probabile) legata all’influenza del sub-alveo dell’Ofanto.
Se ora, però, si ragiona per ipotesi con il piano si potranno avere delle certezze. Ed anche in tempi brevi, considerato che se la legge prevede un massimo di sei mesi di tempo per i risultati, il sindaco di Melfi, Ernesto Navazio, a cui è stata affidata la conferenza di servizio che si terrà venerdì 17 aprile, auspica che «i risultati arrivino in tre mesi» ossia entro il mese di luglio. Al momento, però, di sicuro c’è che Fenice presenterà il piano entro venerdì prossimo.
«Abbiamo ristretto i tempi al massimo - commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Vincenzo Santochirico - Per capire cause si farà indagine a monte ed a valle dell’azienda. Capiremo esattamante l’entità e le cause, in questo modo potremo passare alla fase successiva per rimuovere le cause e avviare un’opera di bonifica della zona, Tutti i soggetti istituzionali hanno dimostrato la massima disponibilità a collaborare affinché le cause che hanno prodotto l’inquinamento della falda siano chiarite. L’intento della Regione è quello, comunque, di agire in tempi brevi e di tranquillizzare al più presto le popolazioni».
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