Sindacati lucani: un patto per settore dell'imbottito
Il tentativo per cercare di trovare un accordo con il sistema dell'impresa e salvare il mercato del lavoro. A fronte di 3.584 lavoratori in organico, oggi ben 2.443 sono in cassa integrazione o in mobilità
03 Aprile 2009
MATERA - Le segreterie della provincia di Matera di Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl lavoreranno a un “patto” con gli imprenditori del mobile imbottito affinchè “siano garantiti ai precari uguali condizioni contrattuali e di sicurezza dei lavoratori a tempo indeterminato”. Lo hanno annunciato i segretari territoriali Valeriano Delicio (Feneal Uil), Michele Andriulli (Fillea Cgil) e Margherita Dell’Otto (Filca Cisl) in una conferenza stampa nel corso della quale anche hanno denunciato “l'esistenza di lavoro precario e nero affidato dai grandi marchi anche a manodopera cinese”. La richiesta, evidenziata anche con tabelle dei costi orari di produzione largamente inferiori a quelli contrattuali, “trova riscontro nella forza lavoro ufficiale delle aziende del Distretto”. A fronte di 3.584 lavoratori in organico, ben 2.443 sono in cassa integrazione o in mobilità. Gli altri 1.141 risultano occupati, “ma sulla carta insufficienti a una produzione che continua ad esserci ma che continua a essere assicurata dal conto lavorazione precario e sottopagato”.
I sindacalisti, che non hanno escluso forme più incisive di lotta, hanno ribadito contrarietà alla decisione della Natuzzi, confermata ieri in un incontro, di chiudere lo stabilimento Jesce 1 di Matera e di dichiarare 1.540 esuberi. “Occorrono – hanno concluso – iniziative di rilancio nel rispetto della legalità per i lavoratori, ma attendiamo anche segnali concreti da enti e istituzioni”.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su