Per Francesco Basile, Senior Vice President People Management & Organization del Gruppo Natuzzi, «il Gruppo Natuzzi prende questa posizione, per salvaguardare l’azienda, che resta fortemente legata al territorio»
31 Marzo 2009
MATERA - Natuzzi spa di Santeramo in Colle (Bari), che produce mobili imbottiti, ha annunciato oggi a Roma esuberi strutturali per 1.540 addetti negli stabilimenti concentrati nelle province di Matera, Bari e Taranto, a causa della crisi del settore, dell’andamento del mercato e di perdite nelle vendite, negli ultimi tre anni, pari a 150 milioni di euro. I rappresentanti dell’azienda, inoltre, hanno annunciato a delegazioni nazionali di Cgil, Cisl e Uil la chiusura della falegnameria di contrada Jazzitello di Santeramo in Colle, che occupa 77 addetti, e riduzioni occupazionali anche negli stabilimenti in Brasile, Cina e Romania. I sindacati, nell’esprimere la loro preoccupazione, hanno detto di respingere il nuovo piano industriale: gli esuberi in pratica sono formati da 1.500 dipendenti che dovevano rientrare nel ciclo produttivo a partire dal prossimo mese di giugno, dopo periodi di cassa integrazione, e da 40 nuove unità.
Alla riunione non hanno partecipato le delegazioni di Matera di Fillea-Cgil e Filca-Cisl, per protestare contro la decisione di Natuzzi, già presa tempo fa, di chiudere lo stabilimento di Jesce, a Matera, trasferendo la produzione a Santeramo. Nell'incontro a Roma con le organizzazioni sindacali, Natuzzi – informa l’azienda in una nota – ha ribadito che «è consapevole del suo ruolo all’interno del territorio ed è decisa a non abbandonarlo, confermando la sua volontà a ricercare una soluzione con le parti sociali affinchè siano garantite le esigenze di competitività necessarie alla sopravvivenza del Gruppo».
Per Francesco Basile, Senior Vice President People Management & Organization del Gruppo Natuzzi, «il Gruppo Natuzzi prende questa posizione, per salvaguardare l’azienda, che resta fortemente legata al territorio. La società, infatti, ha fatto tutto il possibile in questi anni – dice ancora Basile – per difendere le produzioni Made in Italy. Il modello del 'distretto industriale' è in crisi in tutta Italia e nei più diversi settori produttivi, certamente molti saranno ridimensionati e usciranno trasformati dalla crisi ma le grandi aziende, come la nostra che ha 50 anni di esperienza, una solida posizione finanziaria e marche affermate, continueranno ad avere un futuro».
Il Gruppo Natuzzi – prosegue Basile – «ha avviato un processo importante con l’implementazione del Business Plan e intende portarlo a termine con determinazione per salvaguardare la sua competitività attraverso un processo di radicale ristrutturazione».
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su