il caso

Conversano, mons. Laterza dopo le polemiche: «Non volevo offendere. La vera libertà delle donne? Ubbidire al progetto di Dio»

ANTONIO GALIZIA

Il nunzio apostolico in Repubblica Centrafricana e Ciad spiega il passaggio dell’omelia («ditelo a qualche femminista») che ha suscitato una bufera social

Nelle scorse ore, sui social, è sorta una polemica su un passaggio dell’omelia pronunciata da monsignor Giuseppe Laterza nel corso della novena nella Basilica Cattedrale di Conversano. Ad alcuni fedeli, che hanno estrapolato uno stralcio dell’intervento, è apparso impropria una affermazione dell’arcivescovo di Artana (Algeria) nonché nunzio apostolico in Repubblica Centrafricana e Ciad, che riguarda la libertà di Maria «donna libera perché ha saputo obbedire». Il riferimento del celebrante riguardava in realtà, «l’obbedienza al progetto di Dio». Tuttavia, la chiosa «ditelo a qualche femminista» ha sollevato un vespaio di polemiche e commenti. La Gazzetta del Mezzogiorno ha ascoltato il nunzio, in questi giorni natalizi unitosi alla sua famiglia nella sua Conversano, che ha precisato volentieri i contenuti della sua celebrazione liturgica.

Richiamandosi alla libertà secondo Sant’Agostino, lei monsignor Laterza parla di libertà della fede.

«Ho parlato di Maria che realizza la sua libertà obbedendo al progetto di Dio. Questo è il senso della libertà, secondo Sant’Agostino, che realizza il progetto salvifico di Dio».

Nell’omelia si sofferma, in particolare, sul senso della libertà cristiana, una sottolineatura importante in periodo di conflitti e oppressioni.

«Vero. In Sant’Agostino troviamo una nuova concezione della libertà: la donna e l’uomo sono liberi soltanto in rapporto con Dio. Il brano fa emergere la dimensione cristiana della libertà. Sarebbe bastato leggersi tutta l’omelia per comprendere che in realtà la riflessione è sul senso della libertà cristiana».

A generare reazioni è stata la sua chiosa «ditelo a qualche femminista» ed è stata proprio qualche donna a divulgare il messaggio, indignandosi. Cosa sente di dire loro?

«Che si leggano tutta l’omelia e, tuttavia, se qualcuno si è sentito offeso, chiedo umilmente scusa: le mie intenzioni non erano né quelle di offendere le intenzioni il ruolo della donna, tantomeno la sua libertà. Io non ho mai parlato di una sottomissione della donna. Ogni giorno – aggiunge l’arcivescovo – lavoro in Africa per dare dignità al ruolo della donna in quel continente, a cominciare dalla scolarizzazione delle bambine. E questo è sotto gli occhi di tutti».

Conversanese di cinquantacinque anni, monsignor Giuseppe Laterza è una figura di spicco della santa sede. Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1994, conseguita la laurea in Diritto canonico, ha fatto parte del servizio diplomatico del Vaticano, prestando la propria opera nelle nunziature apostoliche di Uruguay e Polonia, successivamente nella Segreteria di Stato e nelle rappresentanze pontificie in Italia e Georgia. Il 5 gennaio 2023, papa Francesco lo ha nominato Nunzio apostolico nella Repubblica Centrafricana e in Ciad, elevandolo nello stesso tempo arcivescovo di Vartana.

Nel corso del suo ministero, ha realizzato importanti opere, garantendo e potenziando strutture sanitarie, scolastiche e di approvvigionamento idrico per diverse comunità del posto, ricevendo il plauso di governi e istituzioni a tutti i livelli. Venerdì 19 dicembre scorso, monsignor Laterza è stato accolto in udienza da Papa Leone XIV, insieme ai medici oculisti volontari del barese che hanno presentato al pontefice il servizio svolto quest’estate a Bangui per la missione umanitaria «Un raggio di luce a Bangui». Grazie ad un gruppo di volontari e alle attrezzature donate da cittadini della Diocesi Conversano-Monopoli e da enti pubblici e privati, le équipe guidate dal dottor Vito Primavera di Castellana Grotte, hanno restituito la vista a centinaia di cittadini, molti i giovani, attraverso interventi di cataratta e cure oftalmologiche. La missione è proseguita nelle scorse settimane con l’arrivo, in Terra d’Africa, di nuovi monitor medici e altro materiale destinato alla sala intensiva dell’Ospedale Pediatrico di Bangui, frutto della generosità di don Gaetano Luca, già parroco di Santa Maria Assunta in Polignano e attuale arciprete di Monopoli.

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