Riqualificazione

Bari, a Natale stop ai lavori in Piazza Moro: ecco il nuovo programma

Davide Lattanzi

Entro il 20 dicembre terminerà la prima tranche. Il gruppo Ferrovie dello Stato consegna all’amministrazione la scaletta delle opere: entro fine novembre si punta a liberare la zona che costeggia le attività commerciali

La data da segnare in rosso è il 20 dicembre. Il cantiere per la riqualificazione di piazza Moro si sta rivelando tra più complessi sulle grandi opere che stanno interessando la città. La necessaria supervisione della Soprintendenza sul basolato che caratterizzerà la nuova pavimentazione, in particolare, sarebbe una delle cause principali degli slittamenti.

La prima tranche delle opere (avviate lo scorso 22 aprile) avrebbe dovuto chiudersi il 30 settembre, con il 31 ottobre individuato come termine massimo su eventuali ritardi. Invece, nella migliore delle ipotesi, gli interventi si chiuderanno 50 giorni dopo. Determinante, a tal proposito, si sta rivelando l’attenzione del sindaco Vito Leccese che ha espressamente chiesto almeno di liberare dal cantiere le zone che insistono su attività commerciali in estrema difficoltà.

La riqualificazione della piazza che si affaccia sulla stazione centrale è a cura del gruppo Ferrovie dello Stato per un importo di circa cinque milioni da Fondi Pnrr: il vasto resyling prevede la pedonalizzazione dell’area che sarà allestita con nuovi spazi verdi, arricchita con un sistema per la sosta dei veicoli e ammodernata con un tecnologico sistema di illuminazione e videosorveglianza. Il cantiere attuale riguarda la zona a nord della rotatoria, sull’area compresa tra l’ultimo isolato di via Sparano, corso Italia, la fontana centrale, via De Cesare e via Niccolò dell’Arca. In seguito le opere si sposteranno nella zona sud: un tratto più grande e impegnativo che dovrebbe vedere la luce entro giugno 2026.

Attualmente è stata completata la rimozione, pulizia e catalogazione del basolato storico, le piantumazioni delle nuove alberature, nonché il sottofondo e le nuove strutture del fabbricato accessorio.

Da luglio, però, il cantiere, è incorso in un brusco stop poiché, il ritrovamento delle antiche basole della pavimentazione (che si unisce a quello di un ipogeo risalente all’epoca bellica) ha comportato una serie di pareri della Soprintendenza: dato l’ottimo stato dei materiali, la decisione finale è stata di riutilizzare integralmente le basole, peraltro proprio nell’originaria disposizione a «coda di rondine». Il via libero definitivo, però, è arrivato soltanto poche settimane fa.

Entro il 14 novembre saranno completate la predisposizioni impiantistiche, nonché gli scavi per la poso delle condotte per la raccolta delle acque meteoriche e per l’impianto di illuminazione. Quindi, entro il 15 dicembre sarà effettuata la posa della pavimentazione in materiale drenante all’interno dei camminamenti delle aiuole, così come saranno completate le opere a verde. Nel frattempo, dal 20 novembre al 20 dicembre si procederà alla posa del basolato secondo lo schema concordato dalla Soprintendenza. Cinque giorni prima di Natale, dunque, è prevista la rimozione del cantiere e la restituzione della piazza sul lato di via Sparano. Non oltre il 15 gennaio, invece, Rfi avvierà i lavori sul versante della stazione centrale, con l’obiettivo di chiudere la riqualificazione a giugno 2026.

«Il sindaco in prima persona è già intervenuto per stimolare l’accelerazione di un cantiere vitale per la città», afferma l’assessore alla Cura del Territorio, Domenico Scaramuzzi. «Ci rendiamo conto dei gravissimi danni che hanno subito le attività di questa zona: siamo al loro fianco e vigileremo affinché i nuovi termini siano rispettati. Le criticità che si sono incontrate non riguardano il prevedibile ritrovamento delle basole antiche per le procedure burocratiche per stabilire il loro utilizzo. Per molti giorni le maestranze al lavoro sono state poche perché materialmente non potevano andare avanti senza il via libera della Soprintendenza. Ci auguriamo di aver scavallato la fase più critica e di poter consegnare alla città una piazza pronta a vivere un nuovo corso dimenticando violenza, criminalità e degrado che troppe volte l’hanno contraddistinta».

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