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Weekend di proteste al Cara di Bari: migranti sui tetti per chiedere condizioni di vita migliori

Anche la Cgil scenderà in piazza per un sit-in a fianco dei richiedenti asilo e degli operatori nel Centro: «Non è un luogo umano né per vivere né per lavorare»

È stato un weekend di proteste quello appena trascorso nel Cara di Bari: lo racconta sui social la comunità di di Intifada Studentesca Bari, parlando di "tantissime persone salite sui tetti in segni di rivolta" nelle notti del 5 e del 6 luglio. "La loro richiesta - si legge nel testo - era di parlare con la direttrice per le condizioni invivibili di quel posto", "dal cibo scadente e avariato alla mancanza di pulizie". "Quasi tutti i moduli hanno partecipato alla protesta - continua il testo - tranne il modulo 6 che non ha accesso al tetto, ma ha partecipato con uno sciopero della fame". Durante la rivolta, continuano, la polizia era presente ma non è intervenuta. La notte del 6 luglio la protesta è continuata (con dei "moduli che hanno preso fuoco"), e stamattina 7 luglio gli ospiti del Cara sono tornati sui tetti per far sentire la propria voce. Inoltre, è stato bloccato l’ingresso degli avvocati alla struttura, impedendo lo svolgimento delle udienze previste per la convalida o la proroga del trattenimento amministrativo. 

Intanto, l'8 luglio è previsto un sit-in della Cgil in protesta alle politiche del Cara, non solo per i diritti dei richiedenti asilo ma anche per gli operatori che lavorano nel centro: "Il Cara non è un luogo umano né per vivere né per lavorare". 

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