Il caso
Il giallo di Francesco Leone: 45enne scomparso da quasi due anni a Corato
Chiesta l’archiviazione del caso ma la famiglia si oppone
CORATO - A quasi due anni dalla scomparsa di Francesco Leone, 45enne di Corato, il caso resta senza soluzione ma la famiglia non si arrende e continua a cercare risposte. L’11 giugno prossimo il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Trani sarà chiamato a decidere se accogliere la richiesta della Procura di archiviare il caso oppure se disporre nuove indagini, come auspicano i familiari dell’uomo, assistiti dall’avvocato Pasquale Pellegrini e sostenuti dall’associazione Penelope, da anni impegnata nella tutela delle famiglie di persone scomparse. Per gli inquirenti, Francesco Leone si sarebbe allontanato volontariamente nel giugno del 2023, facendo perdere ogni traccia di sé. Ma la famiglia non ha mai creduto a questa versione. Chi conosceva Francesco lo descrive come una persona riservata, sì, ma non incline a gesti estremi o a una fuga volontaria. Nessun precedente, nessun segnale lasciava presagire una decisione del genere. L’avvocato Pellegrini, legale della famiglia, ha presentato una formale opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, chiedendo al giudice di proseguire con le indagini. Nella memoria depositata, il legale esclude l’ipotesi del suicidio. «Se Francesco si fosse tolto la vita, il corpo sarebbe stato ritrovato, anche solo per l’assenza di mezzi di trasporto che gli avrebbero impedito di spostarsi troppo lontano». Le uniche tracce rinvenute risalgono ai primi giorni successivi alla scomparsa, quando le unità cinofile trovarono alcuni indizi nei pressi delle Grotte di Santa Croce, in territorio di Bisceglie. Una zona impervia, difficilmente raggiungibile a piedi e con scarsa copertura telefonica. Proprio questo dettaglio ha sollevato forti dubbi. «Il cellulare di Francesco - puntualizza il legale - non ha mai agganciato una cella telefonica in quella zona. Le tracce corporee ritrovate potrebbero essere...