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Mandato di arresto europeo per truffa, imprenditore polacco 42enne arrestato a Bari

 
Redazione online

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Gli atti non c’entrano: la lentezza della giustizia è questione di mentalità

Lo scorso 7 aprile al porto di Bari dopo essere sbarcato da un traghetto proveniente dalla Grecia. E' accusato di truffe, reati fiscali di vario tipo, evasione fiscale e riciclaggio

Giovedì 17 Aprile 2025, 14:52

14:53

BARI - È accusato di truffe, reati fiscali di vario tipo, evasione fiscale e riciclaggio il 42enne imprenditore polacco Michal Syzmon Kosin, arrestato lo scorso 7 aprile al porto di Bari dopo essere sbarcato da un traghetto proveniente dalla Grecia. Nei suoi confronti pendeva un mandato d’arresto europeo emesso nel settembre 2023, ma in oltre un anno e mezzo le autorità polacche non erano riuscite a notificarglielo e per questo, una volta arrivato a Bari, è stato arrestato e portato in carcere. Nel corso del suo interrogatorio, assistito dall’avvocato Fabio Schino e da un interprete, Kosin si è dichiarato innocente ed è poi stato ristretto ai domiciliari. Secondo i pm polacchi, l’imprenditore, insieme ad altre persone, avrebbe fatto parte di un gruppo criminale che avrebbe commesso una serie di reati tra Polonia e Slovacchia, tra il 2019 e il 2021.

Adesso sarà la Corte d’Appello di Bari a decidere, al termine dell’udienza del prossimo 13 maggio, se Kostin debba essere consegnato alle autorità polacche o se potrà rimanere in Italia. La Corte dovrà infatti capire se la sua presenza in patria sia indispensabile per il prosieguo del procedimento e se il mandato di arresto europeo sia conforme, e dovrà ottenere informazioni - a quanto si apprende - sulla durata della custodia cautelare e sulle condizioni carcerarie cui sarebbe sottoposto qualora dovesse essere consegnato. Per questo è stata disposta l'acquisizione di alcuni documenti.

L’avvocato Schino, in udienza, nel chiedere alla Corte di non eseguire il mandato, ha sottolineato come la Polonia abbia intrapreso negli ultimi anni «la strada dell’autocratizzazione con un erosione sistematica dello stato di diritto», e sia "stata condannata a pagare un milione al giorno dalla corte di giustizia europea perché ha subordinato l’autonomia del potere giudiziario a quello politico», oltre a «minare i principi fondamentali della carta costituzionale europea, perché pare non essersi adeguata seppur abbia subito numerose procedure di infrazione».

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