La storia

Bari, un mese dopo il crollo della palazzina parla il figlio di Rosalia De Giosa: «Un miracolo nel dramma»

Davide Lattanzi

Il figlio della signora salvata: «Sempre grati, ma non abbiamo più nulla». La donna 74enne fu estratta viva dal crollo del palazzo in via pinto dopo oltre 26 ore trascorse sotto le macerie

BARI - «I miracoli esistono». È passato esattamente un mese dallo straordinario salvataggio di Rosalia De Giosa, la donna 74enne sopravvissuta al crollo avvenuto nel rione Carrassi.

La sera del 5 marzo la palazzina al civico 6 di via Pinto implose, quasi improvvisamente. Immediatamente scattò l’allarme per il coinvolgimento di una persona nell’implosione del fabbricato già sgomberato nel febbraio 2024 poiché ritenuto pericolante. Più di 26 ore è durata l’opera senza sosta di Vigili del Fuoco e forze speciali: a lungo si è temuto il peggio, invece attorno alle 21 del 6 marzo, Rosalia era estratta viva dai resti dell’edificio collassato. Immediato il trasporto in ospedale: la signora, malgrado il grave pericolo, era considerata in buone condizioni complessive, riportando qualche microfrattura alle costole e varie ecchimosi. Un mese è volato via, l’emozione della sua vicenda è ancora viva, eppure non mancano i risvolti drammatici: dagli inevitabili effetti traumatici alla situazione di una famiglia che, come un’altra decina di nuclei di quel condominio, ha perso uno dei beni più preziosi.

«I sentimenti di quei momenti sono incancellabili», racconta Gaetano Papagna, il minore dei tre figli di Rosalia che ha anche Katia e Rossana. «Si alternavano continuamente la disperazione e la speranza. Saremo grati per sempre ai Vigili del Fuoco e al sindaco Leccese che non ci ha mai abbandonato.

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