la tragedia

Bari, l’inchiesta sul decesso per ipotermia del piccolo Angelo: ecco tutto quello che non ha funzionato

isabella maselli

Proseguono gli accertamenti sull’abbandono del neonato nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista e sui guasti al dispositivo termico

BARI - Ieri era il giorno del dolore, dell’addio al piccolo «Angelo». Ma resta aperta la strada per conoscere la verità sulla morte del neonato, il cui corpicino senza vita è stato trovato la mattina del 2 gennaio nella culla termica ospitata nella saletta adiacente alla chiesa di San Giovanni Battista.

L’inchiesta della Squadra mobile, coordinata dalla Procura di Bari, si muove su due binari paralleli: chi lo ha lasciato lì, quando e in quali condizioni; il funzionamento della culla e le eventuali responsabilità per la mancata manutenzione. Il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e la pm Angela Maria Morea ipotizzano il reato di abbandono di minore seguito da morte a carico di ignoti e l’omicidio colposo nei confronti di due indagati, il parroco don Antonio Ruccia, che aveva in custodia la culla, e l’elettricista Vincenzo Nanocchio, che l’aveva installata nel 2014 e saltuariamente si occupava della sua manutenzione, «a chiamata» ha spiegato, come aveva fatto l’ultima volta il 14 dicembre, due settimane prima del tragico ritrovamento.

Sul primo aspetto le indagini stanno tentando di identificare la mamma. La ricerca si estende...

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