Investimenti
Ferrovie, saltano 600 milioni destinati al Nodo di Bari nord
Il Cipess dispone il definanziamento. L’ira della Cgil pugliese. Rfi: rispetteremo i tempi
BARI - Il progetto del nodo ferroviario di Bari nord, gli 11 km di nuovo tracciato che dovrebbe liberare dai binari i quartieri di Palese e Santo Spirito, non è partito nel termine del 30 giugno 2024. Ed è per questo che il 27 novembre il Cipess, il Comitato per la programmazione economica, ne ha disposto il definanziamento insieme a quello di centinaia di altri investimenti su cui non sono state firmate «obbligazioni giuridicamente vincolanti».
Il Nodo ha perso così 608 degli 804 milioni di finanziamento pubblico, nonostante le tempistiche dell’opera fossero (stavolta) ben chiare dal principio: era prevista la conclusione dell’iter autorizzativo entro il 2025, per poi pubblicare la gara d’appalto. Giusto a settembre la Regione aveva dato l’intesa per l’approvazione definitiva della variante, che avrebbe consentito al commissario straordinario (Roberto Pagone di Rfi) di provvedere all’appalto.
La notizia del definanziamento è emersa solo ieri perché i dettagli delle delibere Cipess non sono noti fino alla registrazione della Corte dei conti. Il Comitato ha nei fatti cancellato 7 miliardi di investimenti a valere sulla quota nazionale di Fsc, il Fondo sviluppo e coesione su cui la Puglia ha recentemente raggiunto l’intesa con il governo per lo sblocco di 6 miliardi. I 7 miliardi (che si riferiscono per 2,95 a risorse della precedente programmazione) dovranno ora essere riassegnati, mentre per i progetti definanziati dovranno essere trovate altre risorse. Tra questi ci sono anche, ad esempio, 30 milioni per la Statale 93 appulo-lucana e 5 milioni per la variante ferroviaria di San Nicola di Melfi, entrambi in Basilicata.
Sul nodo di Bari si registra la polemica della Cgil pugliese. «Si manda in fumo - dice la segretaria regionale Gigia Bucci - un progetto che si attende da oltre 20 anni e che incide sulla qualità, la sostenibilità e la sicurezza del trasporto su ferro dell’area metropolitana di Bari e che andrebbe a migliorare i collegamenti lungo tutta la dorsale regionale». La Cgil ha chiesto alla Regione «di attivare quanto prima la cabina di regia per capire le cause che hanno portato a questa decisione e se vi sono strade alternative per un finanziamento». Fonti di Rfi spiegano che la decisione del Cipess non impatterà sui tempi di cantierizzazione.
SINDACO LECCESE: “RFI E GOVERNO MANTENGANO GLI IMPEGNI PRESI CON BARI”
In merito al rischio di definanziamento delle opere del Nodo ferroviario a nord di Bari, il sindaco Vito Leccese così commenta:
“Le notizie sul definanziamento, da parte del CIPES, del nodo ferroviario a nord non ci lasciano affatto tranquilli, ma sappiamo che RFI sta continuando a lavorare sulla progettazione, attualmente in Conferenza di servizi, ed è in attesa degli ultimi pareri. Si tratta certamente di un lavoro complesso per un’opera ancora più complessa ma altrettanto strategica, ed è questa la ragione per cui la città di Bari non intende rinunciarvi, né intendiamo continuare a subire mortificazioni che contribuiscono a pregiudicare il benessere e il futuro stesso del nostro territorio e delle nostre comunità.
Non importa come, ma è fondamentale che il finanziamento venga confermato, altrimenti ci sarà una mobilitazione dell'intera città, perché non sono solo i cittadini di due quartieri ad attendere da vent'anni questo progetto, ma un intero territorio. Lo chiediamo a Rfi, al Ministero dei Trasporti e a tutte le parti in causa che hanno preso un impegno con noi.
Sono vent’anni che Bari attende la realizzazione di quest’opera e, con essa, la risoluzione di problemi annosi che si sono trascinati fin troppo.
Per questo chiediamo di avere al più presto notizie sui tempi e sugli impegni presi”.