il caso
Turi, convocò il Consiglio in pieno Covid: accuse archiviate per l’ex sindaca Resta
Nessun abuso commesso: il tribunale ha dichiarato inammissibile l’opposizione di due consiglieri comunali di minoranza
TURI - Era periodo di pandemia, con due consiglieri comunali positivi al Covid e l’urgenza di approvare alcune delibere per evitare sanzioni all’ente: nessun abuso sarebbe stato commesso quindi dall’ex sindaca di Turi Ippolita Resta e dalla segretaria comunale Maria Lucia Calabrese nella convocazione del Consiglio comunale del 28 dicembre 2021.
Il Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta della Procura e dichiarando inammissibile l’opposizione di due consiglieri comunali di minoranza, ha archiviato il procedimento penale per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.
L’episodio contestato risale al 28 dicembre 2021: piena pandemia Covid durante le festività natalizie. Le due indagate «in concorso tra loro - era l’accusa - in violazione dello Statuto del Consiglio Comunale di Turi», avrebbero «fissato la data di seconda convocazione del Consiglio Comunale (originariamente indicata in presenza il 28 dicembre alle ore 15,30) al 29 dicembre 2021 alle ore 10,00, con modalità da remoto e mediante comunicazione via mail (inviata lo stesso 28 dicembre 2021, alle ore 15,10, ai consiglieri presenti)». Successivamente, proseguiva l’originaria imputazione, «davano atto falsamente nel verbale della Conferenza dei capigruppo (redatto dal segretario e sottoscritto dal sindaco) “che il rinvio della seconda convocazione alla data del 29 dicembre 2021 era stato indicato nel corso della Conferenza dei capi gruppo del 28 dicembre 2021”, laddove, al contrario, nel corso della suddetta conferenza non si era mai discusso di tale seconda convocazione e quest'ultima era avvenuta esclusivamente tramite comunicazione a mezzo mail».
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, l’ex sindaca Resta e la segretaria comunale hanno chiesto di essere interrogate e in quella occasione hanno spiegato che «la necessità di fissare il Consiglio comunale il 29 dicembre era dovuta, principalmente, al fatto che c’era da emanare un urgente provvedimento relativo alla ricognizione delle società partecipate che aveva scadenza perentoria il 31 dicembre», precisando che «qualora detta scadenza non fosse stata rispettata ci sarebbe stata un’importante sanzione pecuniaria per l’ente». Peraltro, la seduta fu convocata da remoto perché due consiglieri erano risultati positivi al Covid. Le spiegazioni hanno convinto pm e Tribunale, con conseguente archiviazione del caso.