La riscossa
«Volevo farla finita, oggi dimostro che è possibile una nuova vita», a Bari Serena De Sandi premiata «Testimone del volontariato»
L'associazione Univox aiuta i giovani in disagio psicologico. Il riconoscimento nell’ambito del Meeting del volontariato che ieri si è concluso in piazza del Ferrarese e a distanza di un paio di giorni la sua emozione è ancora tangibile
BARI - «Quando l’ho toccata, quando l’ho avuto tra le mani la targa con il mio nome sopra, mi sono detta: “Cavolo per tanto tempo ho lottato ed ora eccomi qua”. Attorno a me tante persone e mi sono sentita veramente al settimo cielo. Mi apprezzavano, mi facevano sentire un valore. È stata la giornata più bella della mia vita». Serena De Sandi è stata premiata come «Testimone del Volontariato 2025» nell’ambito del Meeting del volontariato che ieri si è concluso in piazza del Ferrarese e a distanza di un paio di giorni la sua emozione è ancora tangibile.
Serena è la presidente e l’anima dell’associazione «Univox aps» che da un paio di anni combatte al fianco dei ragazzi per promuoverne il benessere psicologico. Tutto nasce da una esperienza personalissima che Serena racconta con grande semplicità: «Nel febbraio del 2022 dopo una bocciatura ad un esame universitario ho pensato di suicidarmi. Avevo già pianificato tutto. Ero calma, come sa esserlo solo chi è nel buio della depressione. Quando soffri di depressione ti sembra normale vivere nel buio».
Ma quando tutto sembrava perso, un messaggio della psicologa che seguiva Serena fa la differenza. «Mi scrisse: “Resta con me, possiamo farcela”. E io in quel momento è come se avessi rivisto la fiammella della speranza». Da quel momento Serena capisce che la depressione si può battere, che fuori dal buio c’è la possibilità di trovare aiuto. «Con due mie amiche abbiamo fondato Univox. Oggi siamo 70 volontari in tutt’Italia, una rete che può fare la differenza».
Da due anni a questa parte la vita di Serena è diventata centro di un impegno sociale che ne ha fatto appunto una testimone del volontariato a livello nazionale. «Il volontariato è la seconda parte della mia vita, quella che mi ha permesso di riprendermi me stessa. Oggi vado a raccontare nelle scuole quella che è stata la mia esperienza, di come la depressione ti porta a spegnerti, che si può chiedere ed ottenere aiuto».
Oggi il disagio psicologico giovanile ha toccato numeri da vera emergenza. La depressione è una condizione subdola, silente, che spesso la stessa famiglia non riesce ad intercettare. E Univox cerca di essere una sponda con uno sportello psicologico coordinato da professionisti e tra un paio di settimane anche uno student hub a disposizione degli studenti universitari.
«Sono tanti quelli che stanno male. Ragazzini, moltissimi sono minori. Dopo l’inaugurazione a settembre della “panchina della speranza” di fronte al Fortino, per sensibilizzare tutti sul tema del suicidio tra i giovani, abbiamo ricevuto 15 mail in una settimana. Ci dicono: “Scriviamo a voi perché non sappiamo a chi rivolgerci”. Purtroppo la depressione tra giovani, i tentativi di suicidio sono spesso negati, un problema minimizzato dalle stesse famiglie. Abbiamo una pagina on line alla quale i ragazzi minori si possono rivolgere e poi siamo tenuti a contattare i genitori e tanti non danno l’autorizzazione per far seguire i propri figli».
Da un urlo che nessuno sente, ad una mano tesa, la differenza tra distruggersi e rinascere.