INNOVAZIONE
Robot bipedi umanoidi: da Barcellona e Tolosa arrivano le macchine intelligenti con il «cuore» barese
Francesco Ferro, barese del quartiere Carrassi, partecipò al progetto, fondando con altri soci Pal Robotics ,«unica azienda europea che produce robot umanoidi bipedi»
BARI - Tutto è iniziato con una sfida a scacchi. Un robot da un lato, l’uomo dall’altro. «Stavo ultimando il dottorato di ricerca a Torino quando sono entrato in contatto con una società degli Emirati Arabi che aveva necessità di realizzare un robot in grado non solo di studiare le mosse, ma anche di muovere da solo i pezzi sulla scacchiera». Francesco Ferro, 47 anni, barese del quartiere Carrassi partecipò al progetto, fondando poi insieme ad altri soci Pal Robotics «unica azienda europea che produce robot umanoidi bipedi, settore nel quale siamo stati pionieri», precisa con orgoglio. Sede principale a Barcellona, un centro a Tolosa (cuore in Europa delle tecnologie di questo tipo) e un altro a Bari «dove in un futuro non lontano vorremmo trasferire tutta l’azienda». Sarebbe un ritorno a casa, lasciata dopo il diploma (liceo scientifico), direzione Politecnico di Torino dove Ferro, Ceo di Pal Robotics, ha conseguito la laurea in ingegneria delle telecomunicazioni. «E comunque giocando a scacchi contro il mio robot, non ho mai vinto...», scherza Ferro parlando di quel progetto, primo tassello di un puzzle che più innovativo non si può.
«Siamo specialisti in robotica di servizio, il che vuol dire che al centro dei nostri progetti ci sono le persone e l’interazione tra macchina e uomo». Dalla salute all’agricoltura; dalla logistica all’industria le applicazioni dei robot umanoidi pensati, realizzati e venduti in tutto il mondo da Pal Robotics sono infinite. «Tra i progetti su cui stiamo lavorando, c’è un robot che aiuterà le persone anziane affette da malattie neurodegenerative. La popolazione invecchia e non c’è abbastanza personale sanitario. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale faremo dialogare un robot (che per definizione non si stanca mai) con gli anziani, mantenendo il più possibile alto il loro livello cognitivo. Si calcola che in questo modo un anziano può spostare sino a 5 anni il momento in cui deve lasciare casa per raggiungere una struttura dedicata. Inoltre, tramite il progetto “Sandro”, da remoto sarà possibile monitorare cosa accade in casa, ad esempio se un anziano cade e si fa male, se ci sono ostacoli. Siamo al lavoro anche per realizzare una macchina che in autonomia consegnerà medicinali negli ospedali».
Tra i settori di impiego, spicca la logistica per la grande distribuzione e i mega store da Zara a H&M. «I nostri robot sono autonomi, camminano da soli senza dovere seguire il binario indicato da una linea disegnata per terra. Nel mondo abbiamo 200 robot che aiutano il personale a fare l’inventario giornaliero e in tempo reale ad esempio intercettando tramite il codice a barre un capo provato da un cliente, non acquistato e poi lasciato chissà dove». Ma così non si toglie lavoro all’uomo? «Assolutamente no, a Singapore nel gigantesco negozio Decathlon aperto 24 ore al giorno, due nostri robot aiutano il personale. Un terzo del tempo veniva utilizzato per mettere a posto gli articoli sparpagliati ovunque. L’obiettivo è scendere al 10%, consentendo di seguire meglio i clienti. Tante piccole frazioni di tempo che, insieme, implicano un risparmio notevole in termini economici». Grazie a macchine che costano circa 20-30mila euro. Prendiamo l’agricoltura. «Nei vigneti la potatura si concentra in due settimane l’anno. In teoria servirebbe tanto personale (che non si trova) in un lasso di tempo molto ristretto. I nostri robot, ne ho già parlato a Rutigliano, programmati al meglio dall’uomo, sanno come e dove intervenire, capiscono persino quando l’uva è matura».
Applicazioni a parte, ciò che conta è la “filosofia” che ispira il lavoro quotidiano in Pal Robotics, società che ad agosto ha compiuto 20 anni. «Siamo una delle poche aziende al mondo riuscite a realizzare il cosiddetto “controllo di coppia” dei robot, a dare cioè alle macchine più flessibilità e minore rigidità nei movimenti. I nostri sensori sono pensati per superare gli ostacoli che trovano sul loro percorso per raggiungere il punto B partendo dal punto A. Un lavoro di ingegneria molto complesso». Per farlo Pal Robotics conta su una squadra di ingeneri molto trasversale. «Solo il 20% circa dei circa 100 collaboratori è impegnato in attività di gestione del personale, marketing e amministrazione. Siamo in prevalenza ingegneri meccanici, elettronici, informatici, specializzati nei software, nella manipolazione dei robot, nella realizzazione delle componenti e dei sensori». Infine, un consiglio a un liceale che vorrebbe iscriversi a Ingegneria: «In questi giorni a Bari incontrerò due studenti del Politecnico per un colloquio per capire se possono fare un’esperienza da noi. Anche a loro dirò che non bisogna dimenticare le basi matematiche e di fisica soprattutto con riferimento alla IA. Anche io mi chiedevo “ma a cosa mi serviranno mai queste formule?” quando studiavo. Invece, vi assicuro che si trovano, esistono». Alla fine, chi è un ingegnere? «Una persona del 90%: il loro compito è fare funzionare le cose quasi in modo perfetto».