Il caso
«Soffocò la figlia di tre mesi in ospedale», altamurano condannato a 29 anni per omicidio volontario
Giuseppe Difonzo, oggi 36enne, era stato liberato dopo l'annullamento della condanna all'ergastolo. Stando alle perizie è affetto dalla «sindrome di Munchausen per procura», una patologia psichiatrica che spinge a fare del male ad altri per attirare l'attenzione su di sé
BARI - Nuova condanna, questa volta a 29 anni di reclusione, per Giuseppe Difonzo, altamurano, oggi 36enne, ritenuto colpevole per l’omicidio volontario di sua figlia Emanuela morta per soffocamento in ospedale a Bari nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016 quando la piccola aveva soli tre mesi. La sentenza è stata emessa ieri dalla Corte d’Assise d’appello di Bari (presidente Ornella Gozzo, giudice a latere Vito Fanizzi) al termine del giudizio d’appello bis. Difonzo era stato condannato in primo grado a 16 anni di reclusione con l’accusa di omicidio preterintenzionale, ipotesi riqualificata nel settembre 2020 dai giudici di appello in omicidio volontario premeditato: ergastolo. Poi, nel marzo 2022, l’annullamento della condanna da parte della Corte di cassazione, la scarcerazione di Difonzo, e il nuovo processo di appello che si è concluso ieri con la condanna a 29 anni (riconosciute le attenuanti generiche). Depositate le motivazioni, la difesa dell’imputato, potrà nuovamente impugnare il verdetto di colpevolezza in Cassazione.
Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla ex pm di Bari Simona Filoni (adesso procuratore minorile a Lecce), Difonzo avrebbe soffocato la figlia Emanuela durante un ricovero in ospedale. La piccola era nata nell'ottobre del 2015 ed vi era tornata a più riprese, per 67 giorni complessivi, in circa tre mesi a causa di crisi respiratorie provocate, secondo l’accusa, sempre dal padre. In altre due occasioni, prima di soffocarla, l'uomo avrebbe tentato di ucciderla in casa: il 19 novembre 2015, quando la bambina aveva un mese, e il 10 gennaio 2016. Difonzo stando alle perizie è affetto dalla «sindrome di Munchausen per procura». Si tratta di una patologia psichiatrica che spinge chi ne è affetto a fare del male ad altri per attirare l'attenzione su di sé. Difonzo, libero dopo l’annullamento della condanna all’ergastolo, era stato condannato anche a tre anni di reclusione per violenza sessuale su una minorenne, una 14enne figlia di amici di famiglia.