Nel Barese

Auto distrutta da petardi a Molfetta: ora bimbo disabile resta a piedi. Il Comune: nessun pagamento per la rimozione

Matteo Diamante

La Clio era utilizzata dal padre per accompagnare il figlio dai medici

MOLFETTA - Mentre le indagini della Compagnia dei Carabinieri di Molfetta proseguono per identificare tutti i responsabili della guerriglia verificatasi durante la notte di Capodanno, nelle ultime ore sono emersi dei particolari sul proprietario dell’auto vandalizzata che rendono la vicenda ancora più triste. Da quanto emerso, la Renualt Clio ribaltata e riempita di botti in piazza Vittorio Emanuele, apparteneva ad un uomo, padre di un ragazzo con disabilità, un mezzo utilizzato prevalentemente per accompagnare il ragazzo alle terapie a cui periodicamente è costretto a sottoporsi. E non finisce qui. Al danno, segue la beffa: i costi della rimozione e del carroattrezzi sono stati addebitati all’ignaro proprietario dell’auto. Per fortuna, magra consolazione, la polizza assicurativa ha coperto il trasporto dell’auto distrutta, ma dei danni subiti dalla Clio, purtroppo, non c’è risarcimento che tenga.

LA PRECISAZIONE DEL COMUNE: 

In merito alla notizia sul pagamento della rimozione dell’auto vandalizzata la notte di Capodanno, si precisa che, da una verifica effettuata dal Comando di Polizia Locale e attraverso informazioni assunte sia dal proprietario del veicolo, sia dalla G. T. Automotive Soccorso Stradale S. R. L., Ditta autrice della rimozione, risulta che non è stato richiesto, ai proprietari dell’auto, alcun pagamento per l’intervento effettuato.

Intanto, proseguono le indagini dei militari della Compagnia di Molfetta, finalizzate a identificare tutti gli autori dell’atto ignobile e nello specifico anche coloro che avevano tentato inutilmente di coprirsi i volti mentre venivano ripresi da un video finito sui social network e dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. Molti loro (la maggior parte minorenni) sono stati già individuati e rischiano una denuncia con l’accusa di danneggiamento aggravato per avere ribaltato un’auto.

Negli ultimi giorni, si è parlato a lungo dell’area intorno a Piazza Vittorio Emanuele, della carenza di sicurezza e di un tessuto sociale da attenzionare. La particolarità di questa zona, divenuta negli ultimi anni molto calda, è che non trattasi di un’area periferica, ai confini di della città. Anzi. Si trova in una zona centralissima di Molfetta, a poche centinaia di metri da corso Dante, piazza Municipio e corso Umberto, nonché situata sulla strada statale 16 in direzione Giovinazzo, dove sono posizionate strategiche quanto importanti fermate di autobus urbani ed extraurbani. In poche parole piazza Vittorio Emanuele è da sempre una zona di passaggio, ma che nelle ore serali e notturne diviene luogo di ritrovo di bande di adolescenti.

L’autovettura capovolta, vandalizzata e riempita di petardi durante la notte di Capodanno è soltanto l’episodio più eclatante finito agli onori della cronaca, ma l’elenco di atti delinquenziali nell’ultimo periodo, che hanno coinvolta questa piazza, è sempre più lungo. A partire da quelli registrati durante la notte di Natale, e, senza andare troppo indietro nel tempo, fatti gravi si erano registrati la notte di Halloween con gli automobilisti e le auto in transito prese di mira e colpite con pietre e bidoni di vernice e un automobilista aggredito fisicamente per essersi fermato per controllare i danni subiti dalla propria auto.

A maggio scorso, senza distinzione di colore politico, con la presenza delle istituzioni del Comune di Molfetta e diverse realtà associative della città, era stato organizzato un flashmob per dimostrare che le strade e le piazze di Molfetta non sono terra di nessuno e che la città non può farsi intimorire da chi con la prepotenza vuole sentirsi padrone della città. Anche in quell’occasione non mancarono atti provocatori con batterie di fuochi di artificio fatte esplodere illegalmente. Bande di adolescenti e non solo, ma soprattutto non adolescenti qualunque. Chi opera in Piazza Vittorio Emanuele è molto vicino a storiche famiglie di pregiudicati, protagonisti degli anni più bui della recente storia di Molfetta con riferimento alle famigerate operazioni antidroga “Reset” e “Primavera” degli anni novanta. Dunque bullismo, vandalismo, ma anche spaccio di sostanze stupefacenti: è quello che c’è dietro la delinquenza di piazza Vittorio Emanuele, a cui si aggiunge un altro fenomeno, la prostituzione con la presenza di diverse “case appuntamenti” che accolgono un numero sempre più considerevole di clienti.

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