La festa di maggio
Bari, celebrazioni di San Nicola: a San Giorgio prende forma la Storia
Lo sbarco del quadro, la presa in carico da parte dei marittimi, l’affetto più vero per le celebrazioni: il corteo si svolge ogni anno il 7 maggio ma la tradizione indica come il 9 maggio la data esatta dell’arrivo delle reliquie
BARI - «Noi marinai di San Giorgio siamo la storia di san Nicola, perché le ossa del santo è qui alla Baia che sono approdate. E per noi questa tradizione brucia dentro. È la devozione più forte». Vincenzo Difino è il pescatore che prende letteralmente in carico il quadro con l'effige di san Nicola e lo consegna alla motopesca che aspetta al largo per portarlo poi a Bari e dare il via al corteo storico.
E con Vincenzo anche Giuseppe Volpe i due custodi della tradizione dello sbarco a San Giorgio. «Sì, san Nicola è il santo dei baresi, ma il cuore è qui a San Giorgio – spiega Vincenzo -. Io sono pescatore da generazioni e anche se di Triggiano, san Nicola è il mio santo».
Vincenzo non è un marinaio qualsiasi, gli amici e chi lo conosce lo identificano come «Matteo» il marinaio che nel 1087 si calò nel loculo per trafugare le ossa del santo di Myra.
«Se Vincenzo fosse vissuto nell'XI secolo, avrebbe sicuramente fatto parte della brigata dei 62 che arrivarono in Turchia – conferma ridendo Vito Lisco presidente della APS i figuranti di san Nicola di Bari –. È al centro della rappresentazione che dal 1983 si svolge a Baia San Giorgio, grazie alla caparbietà di Lombardi Rafaschieri e dei proprietari della Baia. È un momento che si nutre di storia perché il 9 maggio 1087 fu su questa spiaggia che arrivarono le reliquie. Lo sappiamo dalla cronaca di Niceforo e Giovanni Arcidiacono. Quindi tutto prese avvio da qui. Una volta che le ossa furono sbarcate, fu realizzata una sorta di urna, con il legno fresco trovato dagli alberi che c'erano, furono avvolte da tessuti preziosi e poi si arrivò a Bari».
Il primo corteo partì quindi da San Giorgio il 9 maggio 1087, mentre oggi il corteo dei figuranti avviene il 7 maggio, tecnicamente due giorni prima dell'effettivo sbarco. «Il corteo come lo intendiamo oggi risale al 1951 – spiega Vito Lisco -. Nel secolo scorso la devozione dei pellegrini li faceva arrivare a Bari a piedi anche da altre regioni. Si trovavano in città anche due giorni prima delle celebrazioni e si creò la necessità di costruire per loro un evento, uno spettacolo che potesse dare sostanza ai loro sforzi e che permettesse ai devoti di partecipare alla processione il giorno successivo, l'8 maggio. Sono il 9 maggio del 1987, per le celebrazioni dei novecento anni, il corteo si svolse il 9 maggio. Come dire nel giorno giusto».
A Baia San Giorgio si muove una specie di mini corteo con 60 figuranti. «All'interno del camping c'è una costumeria dove vengono conservati gli abiti che vengono usati ogni anno. Mettiamo in scena l'arrivo del quadro che rappresenta l'arrivo delle reliquie, il tutto organizzato di concerto con il regista Nicola Valenzano. Il quadro viene portato dai marinai di San Giorgio che lo sbarcano proprio come furono sbarcate le ossa, poi il corteo dei figuranti si muove verso un piccolo anfiteatro, dove si tiene la messa alle ore 18. Al termine della messa il quadro viene imbarcato sulla barchetta che si muove verso il largo, verso la motopesca che è stata estratta in Basilica qualche giorno fa».
L'imbarcazione di quest’anno è «La nuova rosa» di Saverio Cassano, con la collaborazione dello sponsor fratelli Lorusso. «È poi la motopesca che sbarca Nderr 'la lanz' con il quadro che viene portato al castello svevo, montato sulla caravella per dar vita al corteo storico», conclude Vito. Un rito antico che ogni anno rimette in scena una storia che non finisce mai di stupire ed emozionare.