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Mavie Da Ponte, influencer di parole con il cuore a metà tra Bari e Parigi
I suoi 35mila followers seguono una geografia del cuore che vede Mavie tra i bar del capoluogo pugliese dove, tra un cappuccino e l’altro, porta avanti la sua attività preferita: scrivere
Ha il cuore tra due Paesi Mavie Da Ponte, giovane donna metà italiana metà francese che grazie ai social ha realizzato la sua vocazione. Un po’ in Italia, un po’ a Parigi, ma casa sua è sempre Bari. E lo dimostra anche il suo profilo Instagram. I suoi 35mila followers seguono una geografia del cuore che vede Mavie tra i bar del capoluogo pugliese dove, tra un cappuccino e l’altro, porta avanti la sua attività preferita: scrivere. Due anni fa ha aperto un blog letterario, su cui ogni domenica pubblica un racconto breve. Poi il grande salto con la pubblicazione del primo libro: «Fine di un matrimonio» (Marsilio Editore), la storia di una donna che, alla soglia della mezza età, si ritrova ad affrontare mille pensieri e ossessioni.
«C’è un’anima comune tra Bari e Parigi», racconta Mavie, che ormai si identifica scrittrice a tempo pieno. «Questa città ha una grande ispirazione culturale, cerca di andare ad alta velocità. Non è più la città da cui scappare. Sono arrivata in Puglia quando avevo 20 anni. È casa. La guardo ancora come posto da scoprire».
Bari è anche nel suo romanzo, in uno spazio urbano che non ha un nome ma mescola città a lei care.
«La scrittrice Chiara Valerio, leggendo il mio libro, mi ha chiesto se la storia fosse ambientata a Milano. In realtà no, ma quello nella storia è sicuramente un ambiente metropolitano caratterizzato dalla dicotomia centro-periferia». Bari, racconta, è nei margini della città che fa da sfondo alla storia di Berta, la protagonista del romanzo. «Nel libro chiamo la periferia il Quartiere. Non sapevo che a Bari chiamassero così la zona San Paolo!».
Sugli scaffali delle librerie, oggi, non è raro vedere libri di influencer o personaggi simili raggiunti direttamente dalle case editrici. Da Ponte è più all’antica: è stata lei a sottoporre il suo romanzo a Marsilio, la cui stesura è iniziata nella primavera dell’incendio a Notre Dame de Paris.«“Ma senza un pubblico di lettori già presente non mi sarei mai sentita legittimata a farlo». Tre anni fa, durante il primo lockdown, intratteneva i suoi follower con letture ad alta voce di romanzi in lingua francese, ma il suo utilizzo dei social non è mai stato legato esclusivamente alla scrittura. «Sono approdata al virtuale perché volevo uno spazio di libertà, lì ero veramente io, non era come l’accademia». A Bari la Da Ponte ha conseguito un dottorato presso l’Università di Lingue e Letterature Straniere.
Anche se l’autrice è madre lingua francese, l’anima letteraria di «Fine di un matrimonio» non guarda all’auto-fiction come fanno i cugini d’Oltralpe. «Ma c’è tutto di me nei miei protagonisti - racconta -, soprattutto le mie ispirazioni letterarie: Ortese, Sapienza, Ferrante…».
In questi giorni Da Ponte si prepara a portare il suo romanzo in tour in giro per l’Italia. Roma, Salerno, Milano, Torino, tre città in Sardegna e poi il ritorno a casa, a Bari e Conversano. Nel frattempo, l’«influencer di parole» è già al lavoro su un nuovo romanzo. L’argomento? «Anche stavolta le mie ossessioni: maternità, corpo, identità, sparizione…».