Lutto
Bari, addio al prof. Liberati, il giurista innamorato di Dante
Un passato nella Dc. L’omaggio dell’accademia
Pugliese illustre, studioso di rango, accademico di rara umanità, devoto agli affetti più cari, in primis la moglie Carla, il figlio Francesco e la nipote Chiara: Gianfranco Liberati, professore di Diritto Italiano della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bari, classe 1944, scomparso sabato, è stato uno degli ultimi rappresentanti di una visione dell’insegnamento antico, con una forte sensibilità cristiana. Autore di numerosi saggi scientifici sulla storia del diritto tributario legato ai riflessi sulla società e sull’economia meridionali e sulla storia del pensiero giuridico nel Mezzogiorno, per Progedit aveva scritto Giuristi, istituzioni, codici e Diritto e storia. Scritti sul Mezzogiorno, ma soprattutto è stato curatore dell’edizione italiana del classico di Franz Wieacker Diritto privato e società industriale.
Docente amatissimo dai suoi studenti, nella facoltà di Piazza Cesare Battisti li riceveva nella sua stanza generoso di consigli e aneddoti. Biglietti con la sua raffinata grafia sono custoditi da tanti ex frequentanti le sue lezioni come cimeli. Agli irrequieti non conformisti di destra faceva portare in sede d’esame come parte speciale Lo stato totalitario, saggio di Alberto Acquarone, sempre disponibile a assegnare tesi su autori maudit, forte di un approccio scientifico e critico accurato. Sempre mite, si appassionava solo per le gesta della Juventus, dei cui successi aveva una conoscenza enciclopedica. Restano nella memoria anche i seminari che curava sulla Divina Commedia, da fine studioso dell’immaginario di Dante Alighieri. Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari: «Liberati è stato una persona di grande classe, con un immenso senso istituzionale di cui ne ho un ricordo pieno, dolce e rigoroso nella ricerca e nella didattica». Ricorda il collega giurista Gaetano Piepoli: «Ha onorato con il suo impegno scientifico e didattico la facoltà giuridica».
Corrado Petrocelli, rettore emerito dell’ateneo barese aggiunge: «Aveva profondità e vastità di conoscenze e sapere: guidava i suoi allievi con un garbo e una signorilità rarissimi». Alla fine della Prima repubblica Liberati era stato anche segretario della Democrazia cristiana a Bari. Amico del moroteo Enzo Sorice, era vicino alla corrente «Forze nuove» di Pino Pisicchio che ne tratteggia così le sensibilità politiche: «Era un cattolico moderato con elementi tradizionalisti. In università aveva un forte collegamento con la lezione di Aldo Moro. Non aveva la cifra del conflitto, ma della mediazione». Le esequie si svolgeranno oggi,16.30, nella Chiesa di San Marcello.