Il caso
Girone Latorre: Corte Suprema indiana chiude il caso
Il commissario Ue Gentiloni: «Successo della diplomazia italiana»
Bari - La Corte Suprema indiana ha ordinato la chiusura di tutti i procedimenti giudiziari nel Paese a carico di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due Marò coinvolti nella morte di due pescatori indiani nel 2012. Lo riporta il giornale indiano in lingua inglese The Hindu. «Si chiude il caso con l’India. Un successo della diplomazia italiana», twitta il commissario Ue, Paolo Gentiloni, che nel 2015, da ministro degli Esteri, decise di ricorrere all’arbitrato internazionale sul caso dei due fucilieri di Marina.
La Corte Suprema indiana aveva rinviato la chiusura del caso lo scorso 19 aprile perché l'indennizzo di cento milioni di rupie (circa 1,1 milioni di euro) che l’Italia doveva versare alle famiglie delle vittime non era stato ancora depositato. Nel corso dell’udienza del 19 aprile, che era stata presieduta dallo stesso presidente della Corte - Sharad Arvind Bobde - il procuratore generale dello Stato, Tushar Mehta, aveva dichiarato che «l'Italia ha avviato il trasferimento di denaro», aggiungendo però che la somma non era ancora disponibile.
Il 9 aprile scorso la Corte aveva deciso che il caso sarebbe stato chiuso solo dopo il deposito del risarcimento pattuito.
I due militari erano accusati di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani, al largo delle coste del Kerala: i fucilieri, che erano impegnati in una missione antipirateria a bordo della nave commerciale italiana Enrica Lexie, videro avvicinarsi il peschereccio Saint Antony e, temendo un attacco di pirati, spararono alcuni colpi di avvertimento in acqua. A bordo della piccola imbarcazione, però , morirono i due pescatori Ajeesh Pink e Valentine Jelastine, e rimase ferito l’armatore del peschereccio, Freddy Bosco.
Dopo un lungo contenzioso, nel luglio del 2020 il tribunale internazionale dell’Aja, che aveva riconosciuto «l'immunità funzionale» ai fucilieri, aveva stabilito che la giurisdizione sul caso spettava all’Italia e aveva disposto il risarcimento alle famiglie delle vittime.
LA MOGLIE DI LATORRE - «Da 9 anni sono costretta a parlare a nome di mio marito. A lui è stato fatto esplicito divieto di
parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica. È vincolato al segreto. È ora
di chiedersi perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuol dire. Quello che so è che per la
politica italiana siamo stati carne da macello. Presto Massimiliano si presenterà alla procura di Roma». Così Paola
Moschetti, moglie di Latorre.
L'INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA - Girone e Latorre verranno ascoltati nelle prossime settimane in Procura, a Roma. Per l'omicidio dei due pescatori indiani, i pm romani hanno aperto un fascicolo di indagine fin dal 2012. Il pm Erminio Amelio in questi mesi ha analizzato gli atti inviati dal Tribunale internazionale dell’Aja - che nel luglio del 2020 ha deciso in
favore dell’Italia la competenza giurisdizionale - per poi procedere alla conclusione delle indagini che potrebbe arrivare
in estate.
«A chiusura della lunga e dolorosa parentesi indiana mi resta un dubbio - dice ancora la moglie di Latorre - considerato che sarà la procura di Roma a stabilire se vi sono prove sufficienti a portare a processo Massimiliano, sarà la Magistratura italiana a stabilire se è colpevole oppure innocente. Quel che mi chiedo ora è questo: se mio marito è innocente così come il suo compagno di sventura Girone, e saranno entrambi riconosciuti tali, come è giusto che sia, cosa ha pagato lo Stato italiano all’India?». Una diciarazione riportata da Paola Moschetti su Facebook a proposito del risarcimento danni di 1,1 milioni di euro alle famiglie dei pescatori indiani morti.