nel Barese
Putignano, il medico di base: «Mancano i vaccini antinfluenzali»
Lo sfogo: «I pazienti accusano noi di inefficienza»
«Mi sento impotente, arrabbiata e senza voce in capitolo». Inizia con queste eloquenti parole il colloquio telefonico con la dottoressa, specializzata in malattie infettive, che per difendere il suo anonimato chiameremo con il nome fittizio di Francesca.
Stimata professionista, Francesca è un medico di medicina generale che, con altri colleghi, fa parte di uno studio associato di Putignano, alle prese anche con le limitate dosi di vaccino influenzale ricevute. Vaccino introvabile anche nelle farmacie.
«Dove sono questi vaccini? Perché non arrivano nella quantità che noi medici abbiamo richiesto per tempo? - si chiede esasperata -. In merito non c’è chiarezza informativa e assistiamo a uno scaricabarile di responsabilità, che finisce con il far ricadere la colpa del sorprendente ritardo su noi noi medici curanti. Sono settimane - continua - che mediamo i tempi con i nostri pazienti più anziani che, molto indispettiti e disorientati, vogliono vaccinarsi contro l’influenza così come predispone e sollecita l’apparato sanitario, ma non possono farlo. Ho chiesto 320 dosi per un minimo di vaccinazioni garantite. Ne ho ricevute la prima volta 130, numero assolutamente insufficiente se si tiene conto che quest’anno dobbiamo vaccinare anche gli over 60 e gli ultrasettantenni. Praticamente raddoppiando il numero di vaccinazioni rispetto allo scorso anno, per essere in linea con i parametri richiesti».
Francesca è un torrente in piena: «Qualche giorno fa, mi arrivano appena altre 30 dosi di vaccini da somministrare alla fascia più giovane, esaurite in soli due giorni, e il corriere che mi avvisa “dottoressa, la prossima consegna è prevista per Natale!”. Una vera presa per i fondelli», attacca.
Spiega: «L’assessore alla Sanità pugliese, Pier Luigi Lopalco, fa sapere che la seconda tranche di vaccini antinfluenzali è in arrivo per i medici di medicina generale; il dottor Vito Montanaro, capo del Dipartimento regionale, da parte sua assicura che la distribuzione è in linea con un’influenza che arriverà dopo Natale, con il sottinteso che possiamo vaccinare anche a dicembre. Ma non è così che deve andare», sottolinea con voce alterata la dottoressa Francesca.
Non usa mezze misure: «Ci aspettiamo dai nostri politici che ci dicano la verità. Dove sono, perché tardano ad arrivare questi benedetti vaccini? Intanto ci sentiamo accusare dai nostri pazienti che facciamo delle preferenze. Ecco perché è necessario che qualcuno dica la verità su questi ritardi».
Questa l’accorata richiesta del medico di base, che rivendica il diritto di pretendere un’informazione chiara e precisa. Quest’anno era fondamentale anticipare la vaccinazione per non far confondere i sintomi dell’influenza stagionale con quelli del coronavirus. Se ne parlava già all’inizio dell’estate per preparare in tempo le dosi da consegnare. Dosi da somministrare in tempo utile anche per stimolare il sistema immunitario di tante persone a rischio.
Conclude: «Se il numero preventivato di vaccini antinfluenzali è risultato insufficiente, basta dire “abbiamo sbagliato, scusateci”».