La storia
Bari, emozione in reparto: «Io, paziente oncologica ho discusso la tesi sul web»
Al «Giovanni Paolo II» Rosa Dell’Orco si è specializzata dal suo letto in Sostegno all'Infanzia
BARI - In un reparto di ospedale possono capitare anche cose belle e dal valore umano inestimabile. È ciò che è avvenuto ieri mattina all’Istituto Tumori «Giovanni Paolo II» di Bari, grazie alla straordinaria empatia di tutti gli operatori sanitari del Centro e alla cocciuta determinazione di una paziente speciale, Rosa dell’Orco che ha conseguito la specializzazione in Sostegno all’infanzia proprio nel reparto di oncologia nel quale da martedì scorso è ricoverata.
L’abbiamo raggiunta telefonicamente per farci raccontare questo momento di grande festa vissuto insieme a tutta l’équipe di medici ed infermieri del reparto guidato dal primario Cosmo Damiano Gadaleta.
«Dovevo fare i miei soliti controlli – racconta Rosa - quelli fisiologici in sala operatoria che precedono la terapia, ma c’è stato un inconveniente e quindi mi sono dovuta ricoverare. Ancora oggi mi stanno somministrando il medicinale che servirà a sciogliere un trombo che si è formato in arteria. Ma prima del ricovero avevo in programma la discussione della mia tesi ed era qualcosa a cui non volevo rinunciare, perché, dopo la laurea in Scienze dell’educazione, questo era il percorso che volevo intraprendere. Così mi sono collegata alla piattaforma digitale Uniba predisposta a questo tipo di utilizzo di didattica a distanza e alle 8,30 della mattina ho discusso la mia tesi. Non sapevo come presentarmi, se con la parrucca o senza. Poi ho parlato con una mia amica psicologa che mi ha suggerito di fare questa cosa nel modo in cui mi sentivo più a mio agio. Così ho scelto di presentarmi senza parrucca, ma con il mio solito cappellino viola, quello delle grandi occasioni. Ho preparato la mia stanza, perché sembrasse il meno possibile un ambiente ospedaliero, e ho iniziato a parlare. Ed è stato anche un successo, se consideriamo che ho ottenuto il punteggio massimo, 30/30».
Dopodiché, pasticcini e torta per tutti. Rosa ha festeggiato con i medici e gli infermieri del reparto che hanno trovato il tempo, nel loro caos lavorativo quotidiano, di fermarsi un attimo e celebrare insieme questo momento così importante per Rosa.
Perché Rosa e ogni paziente non sono numeri, ma persone. Con un loro vissuto e loro aspirazioni, sogni e desideri. E paura, tanta paura. Ma deve vincere comunque il coraggio e la speranza. Deve vincere la forza di andare avanti sempre e in ogni caso. Deve vincere la vita, non la paura.
E la storia di cui vi abbiamo parlato ci insegna proprio questo, che può esserci vita anche in un reparto oncologico, capace di trasformarsi in una famiglia e stringersi attorno al malato in un caldo abbraccio.
La malattia è una brutta esperienza, questo lo sappiamo tutti.
Ciò che non tutti sanno, però, è che può essere affrontata con amore e tanta dignità ogni santo giorno.