la relazione semestrale

La nuova geografia della mala nel rapporto della Dia

Luca Natile

Dalle ceneri del rogo che ha avvolto intere famiglie di malavita, come un’araba fenice, rinasce il potere e la forza di una camorra barese che vede nei clan Strisciuglio e Parisi le sue organizzazioni più forti ed estese. Una camorra tenuta a battesimo dalla Società foggiana e dalla Sacra corona unita di Lecce, che non guarda più solo ai quartieri ma a tutta o quasi la città metropolitana, la più grande del Sud dopo quella di Napoli e Palermo.

Una «agglomerazione» malavitosa che per i «servizi» dipende da Bari, ed è caratterizzata dall’integrazione delle funzione e della intensità dei rapporti che si realizzano al suo interno tra i clan baresi ed i gruppi criminali locali, relativamente ad attività economiche (spaccio, usura, estorsioni, ma anche furti e rapine), servizi essenziali alla vita associativa e alle relazioni culturali tra le varie articolazioni camorristiche (rituali di affiliazioni; gestione dei conflitti con altre bande locali) e alle caratteristiche territoriali (prossimità al capoluogo oppure predominanza di specifiche attività produttive e commerciali).

La dimensione locale oramai sta stretta alla malavita che ha deciso di pensare in grande. Lo dice anche l’ultima relazione semestrale al Parlamento della Direzione investigativa antimafia, nel capitolo dedicato alla criminalità organizzata pugliese, alla voce «Provincia di Bari». Il paragrafo dedicato alla nuova geografia criminale dice che «è sempre più diffusa tra i clan la tendenza ad espandersi sul territorio extracittadino tanto da acquisire una “dimensione metropolitana-provinciale” che consente di esportare nell’hinterland le strategie già sperimentate con successo nel capoluogo, potendo contare sulla presenza, nei comuni della provincia, di numerosi gruppi criminali autoctoni, disposti a stringere alleanze operative».

Il traffico di stupefacenti è il business più importante. Poi ci sono le estorsioni e l’usura. «Sempre più evidente - spiegano gli esperti della Dia - è propensione anche alla gestione del gioco d’azzardo online. In particolare, il clan Parisi sovrintenderebbe alla gestione dell’attività dell’installazione delle macchinette videopoker e delle piattaforme online nel capoluogo e nei paesi della provincia, inducendo i gestori dei locali a preferire come fornitori i referenti sul territorio dei clan per le più alte provvigioni che questi riuscirebbero a garantire».

Stando ai dati contenuti nella relazione, in questo momento il clan Strisciuglio continuerebbe ad essere «l’aggregato criminale di più consistente spessore, certamente indebolito da numerose operazioni di polizia succedutesi negli ultimi anni e dalla carcerazione sofferta dai leader storici ma, non per questo, fiaccato nei tentativi di allargare il proprio raggio di azione, il territorio di influenza».

L’espandersi del clan nato per volontà di Domenico Strisciuglio, detto «Mimmo la Luna», starebbe ridimensionando le ambizioni di potere ed i sogni di gloria di molte delle altre famiglie di malavita.

Gli ultimi sei mesi del 2017 (questo il periodo preso in esame nel loro studio, dagli analisti della Dia) sarebbero stati segnati dal ritorno di un altro clan storico, quello fondato dal boss Antonio Capriati. Così come all’interno della famiglia Parisi-Palermiti, radicata a Japigia, appare ricomposta la frattura tra queste due anime «da anni strettamente collegate - spiegano gli investigatori - sebbene autonome nella gestione di molteplici attività delittuose, traffico di cocaina in primis. Appare, anzi, molto verosimile che i due gruppi abbiano rafforzato la loro storica alleanza, mostrando un unico fronte nel contrastare una frangia - ora ridotta all’impotenza - staccatasi dai Parsi che aveva tentato di sostituirsi ai vecchi boss nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti, ricorrendo anche all’uso delle armi per eliminare intromissioni nel “quadrilatero” del quartiere Japigia, zona su cui da decenni gli uomini di Savinuccio Parisi esercitano un controllo esclusivo».

Guardando ora ai Comuni finiti in qualche misura sotto l’influenza «barese» c’è da segnalare qualche novità rispetto ai primi sei mesi del 2017 e agli anni precedenti. Ad esempio l’opera di colonizzazione in corso da parte degli Strisciuglio nei comuni di Palo, Bitonto, Toritto e Grumo, Rutigliano e Terlizzi. Nuove tracce della presenza dei Parisi-Palermiti sarebbero state trovate ad Altamura, centro nevralgico per il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Quei comuni rimasti «orfani» dopo la scomparsa di Michelangelo Stramaglia (già vicino alla mala di Japigia) sarebbero finiti in una contesa tra Strisciuglio e Parisi: Gioia, Acquaviva, Valenzano, Capurso, Cassano delle Murge e Santeramo in Colle. Stesso destino per Adelfia, Bitritto, Cellamare, Sannicandro un tempo regno dei Di Cosola, oramai caduti in disgrazia.

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