Dopo la sconfitta con il Catanzaro
Bari, Vivarini va giù duro: «Sono mancate anima aggressività e passione»
Il tecnico dei biancorossi: «Bisogna essere lucidi e analizzare il tutto, su come l’avevamo preparata e come è stata la partita. La prestazione non è stata all’altezza»
«Bisogna essere lucidi e analizzare il tutto, su come l’avevamo preparata e come è stata la partita. La prestazione non è stata all’altezza. Si lavora tanto in settimana e senza problemi, ma in partita si blocca tutto. Vengono meno le cose più importanti».
Il volto teso di Vincenzo Vivarini, a fine gara, diventa la fotografia più fedele di una serata storta sotto ogni punto di vista. Il tecnico assiste impotente allo scivolare di un Bari mai realmente presente, incapace di dare continuità alle pochissime certezze costruite nelle ultime settimane e travolto da una prestazione che va oltre il semplice risultato. L’impostazione iniziale, pensata per garantire equilibrio e ordine, si sgretola già nella prima parte di gara, quando la squadra perde distanze, riferimenti e sicurezza, mostrando fragilità evidenti nella gestione delle marcature e nella lettura delle situazioni più elementari. Il 3-4-2-1 disegnato alla vigilia resta un’idea sulla carta, perché in campo mancano intensità, coraggio e soprattutto quella reattività minima necessaria per reggere l’urto di un avversario organizzato e lucido: «È mancata l’anima, l’aggressività, la lotta e la passione nel volere il risultato. Poi - aggiunge - abbiamo problemi nel possesso palla. Sbagliamo passaggi semplici. Poi, la partita si è fatta molto difficile. Sul piano dell’ordine dei compiti da svolgere, qualcosa si vede. Ma non basta, se non ci metti il piglio e l’attenzione necessari».
Con il passare dei minuti, Vivarini si ritrova a osservare una squadra che non riesce a costruire gioco, che fatica persino a difendersi con ordine e che appare mentalmente distante dalla partita. I cambi, inevitabili nel tentativo di rimescolare le carte, finiscono per assumere un valore quasi formale, più legato alla gestione del momento che a una reale possibilità di cambiare l’inerzia di un match ormai indirizzato. Il Bari resta così sospeso in una terra di mezzo, senza identità e senza reazione, mentre il San Nicola si svuota lentamente, segnando una frattura sempre più evidente e dolorosa tra squadra e ambiente.
Per l’allenatore è una nottataccia che certifica un’involuzione non solo sul piano dei risultati, ma soprattutto su quello della resa complessiva. Tecnica, tattica e carattere si intrecciano in un quadro preoccupante, che impone riflessioni profonde e immediate. Non è solo una sconfitta, ma l’ennesimo campanello d’allarme che risuona forte sulla gestione attuale e sulle prospettive a breve termine, con Vivarini chiamato ora a ritrovare una rotta chiara in un momento che sembra segnare uno snodo cruciale della stagione: «L’analisi della partita sarà fatta dai giocatori e dal sottoscritto. Ora dobbiamo pensare a fare bene contro l’Avellino. In questa ultima settimana abbiamo lavorato sui concetti del possesso palla. Il problema - ripete - è che non puoi sbagliare passaggi facili contro un Catanzaro di grande palleggio. Ora, nei prossimi giorni, dobbiamo capire come trovare il metodo per fare punti contro gli irpini».
Su sponda Catanzaro, mister Aquilani sorride per la quarta vittorie consecutiva: «Un test significativo per dare un segnale al campionato e a noi stessi. Una vittoria che ci dice qualcosa di importante. Peccato per il gol del Bari nel finale. Ce la possiamo giocare con tutti e con un calcio produttivo. Manca un po’ di esperienza, ma va bene lo stesso».