L'ANALISI

Il vaccino del futuro che serve all’Europa

umberto sulpasso

Draghi esercita il diritto di tutelare la aziende nazionali nei confronti di comodi acquisti esteri e dissennate svendite interne. Questo fa ben sperare

In questa Italia fatta di condoni obbligatori e ritardi giudiziali indispensabili, ho scoperto con piacevole sorpresa che abbiamo un PM (Primo Ministro) che esercita il diritto di tutelare la aziende nazionali nei confronti di comodi acquisti esteri e dissennate svendite interne. Questo fa ben sperare.

L’Italia subisce una spoliazione progressiva di strutture industriali nel nome del libero mercato che libero non è affatto. La responsabilità va equo-ripartita fra sinistra e destra e quindi è del Governo. Manca una sinistra “industriale”, capace cioè di capire che il lavoro si tutela assicurando non il “posto di lavoro” ma il livello produttivo generale, C’è una destra “distrettuale” – Lega - arroccata in cittadelle anti sindacali da SUD alimentatore di mano d’opera a basso prezzo, una Cina ante litteram nostrana, da cui non è capace culturalmente di svincolarsi. Quindi comprate – dall’estero- e svendete – dall’Italia- è diventata la malattia comune. Conclusione il Governo (i governi) hanno messo a disposizione di chiunque all’estero abbia un po’ di spiccioli, Il marchio di fabbrica Italia e hanno permesso ai nostri industriali di svenderlo. A sindacati, destra e governo sfugge che il marchio di fabbrica è tale perché in Italia si fabbrica.

L’illusione che possa resistere nel vuoto della produzione porta uno svilimento dello stesso. Come succederà per il marchio Alitalia che è gravissimo possa andare all’asta. Draghi dovrebbe impedirlo. Il trasporto aereo è strategico nel post Covid come i semiconduttori. Ma torniamo al vaccino Europa mancato. Perché la Germania, la Francia e l’Italia non hanno prodotto un vaccino europeo? Perché devono comprare vaccini prodotti in USA; Inghilterra invece di usare i propri? La risposta è semplice; perchè l’Europa non produce sapere moderno. La difesa lungimirante del mercato europeo, la difesa irrinunciabile dell’Euro, la tutela intoccabile della libera circolazione delle idee e delle persone sono tutte battaglie da vivere in prima persona. Ma condividere delle battaglie non significa che ci si debba fasciare gli occhi davanti ai difetti.

L’Europa ha un sistema fantastico di sanità pubblica, ma questo non si difende solo con l’assistenza e la spesa pubblica, ma promuovendo continua modernizzazione dei farmaci, delle attrezzature mediche, della alimentazione, della medicina a distanza.

Tutto ciò è deficitario, il COvid 19 lo dimostra. E questo è il fatto grave su su cui sarebbe importante questo giornale chiedesse al PM Draghi, lui che può farli, di organizzare un webinar europeo per discutere il problema che Covid 19 evidenzia: l’Europa non ha una industria del sapere moderno.

Gli USA sì. La Cina sì. L’India sì. L’Europa no. E non ce l’ha non perché non abbia, intelligenza, geni, cultura diffusa, ma perché la produzione del sapere non è più fatto affidato alla genialità dei singoli o di un settore industriale. Oggi il sapere è un processo industriale.

Come risolvere il problema? Draghi può dare il buon esempio. Se c’è un difetto nel presente governo, e c’è, questo è la mancanza di un ministero dell’Economia. Difetto evidenziato da due errori più significativi di tutti: la creazione di un ministero per il Sud che ghettizza come fa da sempre l’Italia il problema, (e perchè non c’è un ministero per il Nord o per le isole?) e l’accorpamento in un unico ministero di Economia e Finanze due entità che dovrebbero operare indipendentemente con due ministri che si guardano in cagnesco e si stringono la mano solo quando il PM li invita a chiudere il cerchio. Draghi potrebbe risolvere il problema modificando la funzione ISTAT copiando quello che fa l’India, dove il MOSPI è il ministero delle statistiche, della pianficiazione e dell’implementazione. Ma l’ideale sarebbe che Draghi copiasse gli USA. Anni fa, quando lo Sputnik mise a repentaglio la sicurezza USA dallo spazio, il governo americano unificò tutte le ricerche spaziali, in un’unica struttura. La Nasa concentrò le ricerche che marina, esercito e aviazione facevano, sotto un unico ente. L’ideale sarebbe che il Presidente Draghi istituisse una ENIIS, Ente Nazionale Industria Italiana del Sapere. Nelle migliori business school americane ci insegnano a distinguere nettamente pianificazione e budget.

Il nostro PM ha un Ph.D all’MIT e in Europa, più della politica fiscale comune, dovrebbe promuovere una politica “ industriale” del sapere europea, in collaborazione atlantica. Il Direttore ricordava che Moro affermava che la politica è la mediazione fra parti distanti oliata dal denaro pubblico.

Domanda. Perché l’Europa non ha prodotto un proprio vaccino? Risposta. Oggi non solo l’Italia ma l’Europa ha bisogno di un Draghi moroteo. Ci vuole un piano industriale del sapere finanziato dai recovery funds.

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