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Fabrizio Nitti
12 Gennaio 2021
Pensare che il campionato sia chiuso quando il girone di andata sta per spirare, è un errore. Il calcio insegna, da sempre, quanto sia lunga una partita e, soprattutto quanto sia lungo un campionato. Ci sono partite e campionati che nascono in un modo, si sviluppano in un altro, terminano in un altro ancora. È il bello del calcio, questa distanza dall'essere una scienza esatta. La Ternana scappa, vola, vince ed è meritatamente in testa al girone C con otto punti di vantaggio sul Bari. Punti che in effetti diventano nove considerando lo scontro diretto «stravinto» al San Nicola. Lo svantaggio ci sta tutto.
Perché la classifica non mente mai. Punti persi in qualche occasione, alla fine vengono pareggiati da punti guadagnati in altre circostanze. C’è una partita per chiudere il girone di andata, e un girone intero da giocare. Mai dire mai, insomma.
Pensare che tutto quanto sta accadendo sia solo da addebitare alla sfortuna, che la fortuna sia cieca ma che la «sfiga» ci vede benissimo, è un altro clamoroso errore. Non è tempo per tirare fuori alibi. Non qui, non a Bari. Non in una piazza che ha voglia, ma qualcuno parla anche di diritto divino, di tornare a respirare il calcio che conta, quanto meno quella del «pianeta di mezzo», cioè la Serie B. Aver accumulato otto punti di ritardo dalla capolista non è un segnale di sfortuna. È un segnale inquietante. È un segnale che non tutto è filato liscio, sia in fatto di scelte di mercato «pseudoestivo», sia in fatto di scelte nel corso del campionato e delle stesse partite. Il Bari è praticamente nelle stesse condizioni dell’inverno scorso, quando la Reggina vantava dieci punti di distacco (lo scontro diretto non c’entra, era finita pari al San Nicola) e il turno di riposo non esisteva. Il Bari, purtroppo, si è infilato con le proprie mani, in una situazione che spontaneamente genera l’apprensione del dover vincere sempre per recuperare terreno. E i due rigori falliti da Antenucci, sugli ultimi tre concessi, sembrano sposare la tesi.
Pensare al mercato come possibilità di ribaltare un destino che in questo momento non dipende più soltanto dalle proprie forze, è invece un dovere. Bisogna intervenire massicciamente e con precisione per colmare tutte le lacune strutturali emerse in questi mesi e sottolineate, chiariamolo ancora una volta, da un divario in classifica evidentissimo. Ogni reparto ha bisogno di puntelli di qualità, di gente in grado di fare la differenza, di vincere partite determinanti. Perché se la rincorsa non dovesse culminare con il sorpasso alla Ternana, e quindi con la promozione diretta in B, i playoff questa volta diverrebbero il punto di non ritorno, una lotteria dalla quale la via d’uscita sarebbe solo e soltanto una: il ritorno in B.
(foto Tony Vece)
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