Sport ed emozioni
Dall'infanzia in sedia a rotelle alla Nazionale di corsa su strada: il sogno della barese Rebecca Volpe
«È arrivata la telefonata che aspettavo da una vita», racconta l'atleta tesserata per l'Alteratletica Locorotondo
Testarda, perseverante, solare ma soprattutto elegante come l’araba fenice, simbolo per eccellenza di grazia ed eleganza. Rebecca Volpe entra a pieno titolo nel club azzurro, il direttore tecnico nazionale della Federatletica ha convocato anche lei nella squadra che rappresenterà l’Italia in occasione della 1ª edizione dell’incontro internazionale under 23 di corsa su strada sulla distanza dei 10km, in programma a Trieste domenica 15 ottobre.
«È arrivata la telefonata che aspettavo da una vita e rappresenterò l’Italia - racconta la 20enne mezzofondista barese tesserata per l’Alteratletica Locorotondo -. Quello che sognavo da bambina si sta realizzando, sono orgogliosa di me per non aver mai mollato anche quando tutto sembrava nero, anche quando me ne dicevano di tutti i colori ma questo dimostra che la luce in fondo al tunnel c’è sempre e che i sacrifici e il duro lavoro ripagano sempre».
UNA STORIA DA RACCONTARE Undici anni di cadute e «rinascite», di ripensamenti e convinzioni, comunque undici anni vissuti intensamente provando sentimenti e paure che una bimba della sua età, forse, non avrebbe dovuto provare. Perchè quando aveva solo sei anni i dolori lancinanti alle ginocchia inducono mamma Loredana e papà Vito a portarla in ospedale. Da Bari al Gaslini di Genova il passo è breve per una diagnosi di artride reumatoide generata da una patologia autoimmune. Per un anno è costretta sulla sedia a rotelle ma neanche una seconda patologia conosciuta come «Porpora di Schonlein henoch» riescono a spegnere il suo fuoco. A otto anni Rebecca si rialza una prima volta dopo altri nove mesi di sedia a rotelle, chiede alla mamma di partecipare alle selezioni dei giochi sportivi studenteschi. A nove si lascia conquistare dal fascino dell’atletica leggera ed entra nella Atletica Triggiano.
«Quando corro tutti i pensieri volano via - racconta oggi alle soglie del paradiso azzurro -. Superare gli altri è avere la forza, superare se stessi, è essere forti ed io ho basato la storia delle mia vita su questa citazione di Confucio. Tutto ha avuto inizio per una mia sfida personale, volevo essere più forte di quello che mi stava accadendo, volevo credere nei sogni e mi aggrappai alla speranza di una ragazzina di soli nove anni. Correre oggi per me significa vivere oltre ogni limite».
Inizia così la sua avventura sulle piste e sulle strade della Puglia, ma le nuvole tornano minacciose sul suo orizzonte, le sue prestazioni regrediscono, sono anni difficili che la portano sull’orlo del baratro fino a farle pensare di appendere le scarpette al chiodo. Con il Covid tornano i fantasmi ed una nuova diagnosi di Morbo di Crohn potrebbero abbatterla per sempre. Nel 2021 un deciso cambio di rotta era l’unica strada percorribile e quel cambiamento si materializza nella persona di Tonino Ferro, il tecnico che le avrebbe cambiato il destino agonistico. Lui riesce a tirarne fuori l’immenso talento atletico e lei risponde rimettendosi in gioco. Lo scorso anno arriva l’argento agli italiani di mezza maratona e nell’ambiente si parla sempre più spesso di lei. A fine stagione dalla Giovani Atleti Bari passa all’Alteratletica Locorotondo con i cui colori conquista il bronzo ai campionati italiani sui 10mila metri.
È grata al suo allenatore, alla sua famiglia ed al suo fidanzato, Michele, al suo mental coach Giuseppe Martucci ed ai nonni che non ci sono più e la seguono dall’alto. «I miei programmi? Mi piace vivere il presente giorno dopo giorno prendendomi quello che la vita mi regala». Ora il suo cielo è tinto d’azzurro.