la novità
Focacce salate e dolci, una nuova «casa» a Lecce: ecco Focacciami
Più che una nuova apertura, si tratta di un viaggio sensoriale per esplorare sapori diversi
A Lecce è nato “Focacciami”, il nuovo progetto firmato da Davide De Matteis, coadiuvato da Marco Silvestro e Andrea De Simone, inaugurato in piazza Mazzini, a pochi passi dal celebre “300mila”.
Più che una nuova apertura, si tratta di un viaggio sensoriale che unisce il cuore salentino alla voglia di esplorare sapori diversi. Focacce salate e dolci, pensate come piccole navicelle di felicità, realizzate con impasti speciali, farine selezionate e quarantotto ore di lievitazione naturale. Una ventina di combinazioni, farcite con ingredienti d’eccellenza, molti dei quali prodotti direttamente nel laboratorio di De Matteis. Fra le varianti, la focaccia con farina zero con germe di grano, l’integrale “Spelt”, l’impasto “pizzo salentino”, con pomodoro, cipolle e olive, farcito con porchetta affumicata per ventiquattr’ore, melanzane sott’olio, senape al miele e crema di patate. Non mancano, inoltre, le proposte vegetariane con ortaggi di stagione e olio Evo. E ancora, imperdibili le dolcezze, con impasto brioche, crema leggera alla vaniglia, nutella e spalmabile al pistacchio, personalizzabili con l’aggiunta di crunch, caramello salato, granella di nocciola, cocco e kataifi. “Ho immaginato “Focacciami” come una missione spaziale – ha raccontato De Matteis – con astronauti che atterrano in piazza Mazzini per assaporare focacce dal gusto intergalattico. Quelle dolci? Ti mandano fuori orbita.” Anche il packaging ha un gusto spaziale: astronauti anni Settanta-Ottanta che si lasciano rapire dai sapori salentini. Davide De Matteis, cresciuto tra le dolcezze de “La Cotognata Leccese” e il suo “300mila”, tre volte miglior bar d’Italia, ha sempre guardato al sociale. Nel suo laboratorio, ospitato nell’ex carcere minorile di Lecce, insieme allo chef director Marco Silvestro, i detenuti in fine pena della Casa Circondariale di Borgo San Nicola sperimentano ricette, studiano impasti e sperano in un futuro fatto anche di seconde possibilità.
[b.pol.]