Tour del Gusto
Trònere di Turi, un marchio per tutelare origine e ricetta
Depositato la richiesta al Ministero, con un regolamento e un adeguato disciplinare
Attenzione ad essere puntuali, quando si parla di “Trònere di Turi” e soprattutto diffidate dalle imitazioni. L’omonima associazione, presieduta da Stefano De Carolis, lavora sodo per valorizzare e tutelare il prelibato involto di carne bovina, un’autentica leccornia della tradizione culinaria pugliese. “Il percorso verso il marchio collettivo “Trònere di Turi” è iniziato nel 2024. Dopo mesi di impegno, confronto e comunione di intenti, il nostro sodalizio ha depositato il marchio collettivo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con un regolamento e un adeguato disciplinare di produzione”, ha raccontato il presidente De Carolis. La mission è la tutela e la promozione dell’eccellenza gastronomica regionale, preparata e servita nei negozi di macelleria, ristoranti, pizzerie e gastronomie della zona. Il marchio collettivo, infatti, è stato pensato per salvaguardare l’identità e l’autenticità di questa specialità della gastronomia di Turi. “Con la concessione del marchio, quindi, i ristoratori e gli operatori del settore dovranno rispettare un disciplinare di produzione condiviso, assicurando il rispetto della ricetta originale e dei suoi ingredienti”, ha aggiunto il referente. “La ricetta originale prevede una cottura lenta, di circa sei ore, nel cosiddetto “tiano”, il tradizionale tegame in terracotta pugliese. “E soprattutto, il piatto non prevede l’aglio, il filo e gli stecchini, nonostante la ricetta fake viaggi veloce, è però necessario fare chiarezza”. L’obiettivo di quest’operazione è duplice: tutelare il consumatore delle imitazioni, che non piacciono mai, e aprire nuove opportunità di sviluppo turistico ed economico per l’intero territorio. “L’associazione Trònere di Turi, al momento, raccoglie quasi una ventina di produttori e commercianti di questo magnifico prodotto –; ha specificato, ancora, De Carolis – la particolarità del nostro piatto è proprio il tegame in terracotta, il Tìano di Rutigliano, che fa la differenza nella preparazione”. Quali sono, dunque, gli ingredienti da utilizzare? “Una fetta di carne bovina italiana da 250 grammi circa, il provolone dolce o piccante di Puglia, il formaggio grattugiato (canestrato pugliese), la ventresca fresca di maiale, il prezzemolo, la cipolla bianca, i pomodorini, il peperoncino, il sale e il pepe”. I Trònere si differenziano dalla classica brasciola per le dimensioni, “più grandi”, ma anche per il differente ripieno e la cottura che, invece di essere fatta nella passata di pomodoro per ottenere un ragù, viene fatta a fuoco lento. Il piatto tipico pugliese, che prende il nome dalla parola dialettale “tuoni”, rafforza una proposta gastronomica turese già forte di suo, sia per le amatissime ciliegie Ferrovia che per la faldacchea, un dolcetto che in passato si utilizzava nelle cerimonie. Un tempo preparazione delle grandi occasioni, oggi i Trònere di Turi sono diventati un vero e proprio simbolo identitario della cittadina barese, vivo e pulsante per l’intera comunità.