L'intervista

Studio Murena, un viaggio che trasforma la notte in musica tra rap, jazz ed elettronica: sabato 22 l'appuntamento a Terlizzi

Bianca Chiriatti

Tre nuovi brani impreziosiscono l'album «Notturno», e il live è quasi un'esperienza fisica: la band milanese si racconta

C’è qualcosa nei live degli Studio Murena che non si può descrivere con una parola. È un’energia che scoppia, una tensione fisica, un misto di jazz, elettronica e rap che avvolge chi ascolta e lo trascina nel loro mondo allo stesso tempo reale e interiore. La band milanese, che a maggio ha pubblicato l'album Notturno (Island Records), arriva in Puglia domani, sabato 22 novembre, al MAT di Terlizzi, portando sul palco tutta la potenza sonora e la contaminazione, assoluto marchio di fabbrica del progetto. Giusto qualche giorno fa, il 18 novembre, il disco è stato impreziosito da tre nuovi brani, «Luna Piena», insieme a Francesca Michielin, «Cane di Pavlov» feat. Jack The Smoker e «Divenire», che ospita la voce dello speaker radiofonico Massimo Oldani. Tutto il lavoro è prodotto da Tommaso Colliva, i biglietti per il tour sono disponibili su OTR Live.

Siete in giro ormai da qualche settimana, come sta andando?

«Molto bene, abbiamo arrangiato e scritto un nuovo concerto perché la musica dal vivo è un’esperienza unica che si lega al "qui ed ora", ed è bello rendere giustizia a questa cosa. E finora le città hanno risposto benissimo, regalandoci momenti indimenticabili, siamo molto soddisfatti».

Siete amici della Puglia, avete fatto il VIVA!, nel 2022 siete stati protagonisti della Notte della Taranta diretta da Dardust, che rapporto avete conservato con il territorio?

«Quella è stata un'esperienza incredibile, una cosa fuori dal comune. Fu lui a proporcela, e ritrovarci nel cartellone con Mengoni, Bersani, davanti a un pubblico di 200mila persone ha fatto effetto. E poi l'accoglienza straordinaria dei ragazzi dell'Orchestra, per non parlare del fatto che in Puglia si mangia benissimo, quindi è sempre un piacere tornarci».

In che modo i tre nuovi brani completano l'esperienza di «Notturno»?

«I primi undici brani usciti a maggio secondo noi erano già a fuoco per la narrazione che volevamo portare, è un lavoro intimo, ci vede molto coinvolti. Queste tre canzoni completano il discorso. E le collaborazioni non sono mai casuali, sono frutto delle nostre storie, di tutti noi sei (la band è formata da Lorenzo “Carma” Carminati, testi e voce, Matteo Castiglioni, sintetizzatori e tastiere, Marco Falcon, batteria, percussioni, Giovanni Ferrazzi, elettronica, Maurizio Gazzola, basso elettrico, bass Synth e Amedeo Nan, chitarra elettrica e acustica) tra persone che abbiamo incontrato durante i nostri viaggi, come Willie Peyote che conoscemmo all'Uno Maggio Taranto, o Mezzosangue, che venne al nostro primo concerto nel 2021. Sono sempre frutto di una voglia di fare qualcosa assieme da parte di entrambi, e anche il nostro produttore ci faceva notare che sono ospiti tutti molto diversi fra loro, non i classici che trovi nei dischi rap, abbiamo variato tra i generi. Se ci chiedessero di descrivere la nostra musica, sarebbe una risposta complessa, però ognuno porta una sfumatura all’interno del sound, risulta coerente».

Cos’è che distingue Studio Murena nel panorama italiano?

«Ci piace suonare, quello è senz'altro un tema. E poi l’elemento rap è totalmente coeso con il resto della band, c'è un’idea di collettivo che a livello rap non è così comune, soprattutto in Italia, parlando di rapper strumentisti. Il nostro approccio alla musica è molto sperimentale, c'è un asset molto orizzontale, insieme troviamo un equilibrio per comporre e questo porta ad avere tante anime, ci siamo inventati questo "jazz core" per raccontare il nostro suono. Ognuno di noi mette del proprio e il fatto di arrivare da background diversi fa sì che questo mix di generi sia organico e naturale».

Vi siete già affacciati all'estero, pensate che quella sia la vostra direzione?

«Senz'altro ci piacerebbe portare la nostra musica fuori dall’Italia, dove c’è più educazione all’ascolto di un genere come il nostro. Forse torneremmo alla Notte della Taranta, è stato bellissimo. Ora sono usciti tre brani, abbiamo un attimo di tempo per riflettere».

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