Talenti
«Anema Cride»: con Roberta Palumbo il Gargano vive e sfida il silenzio
La cantautrice di Apricena, dalla voce intensa e dall’anima folk, ha pubblicato su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo
C’è una luce che torna ad accendersi sul Gargano. È quella di Roberta Palumbo, cantautrice di Apricena, dalla voce intensa e dall’anima folk, che il 2 ottobre ha pubblicato su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo Anema Cride. Il brano, «l’anima che grida» dal dialetto di Palumbo, nasce piano, come un sussurro, e diventa presto un grido dolce e potente. Come una dichiarazione d’amore alla terra, all’umanità. Palumbo non rincorre mode, ma la verità: scrive per resistere, per affermare che «la bellezza e la cura sono ancora possibili». La data scelta del nuovo brano non è casuale: il 2 ottobre è il giorno degli angeli custodi, e questa donna forte che viene dal luogo delle cave lo lega a un significato profondo. Anema Cride diventa una preghiera laica, promessa di resistenza e rinascita. Nel ritornello, cuore emotivo della canzone, Palumbo rivendica la forza di chi non si arrende, di chi continua ad amare. La sua voce limpida, radicata nel Sud, si muove tra tonalità mediterranee e inflessioni popolari, restituendo una musicalità che sa di vento e sale.
Anema Cride nasce dalla collaborazione con un gruppo di musicisti che da tempo accompagnano la cantautrice, condividendo l’idea di musica come incontro. Gli arrangiamenti, curati da Nicola Scagliozzi, disegnano un tessuto sonoro caldo, dove fiati, percussioni e piano si intrecciano a una ritmica pulsante. Il videoclip, firmato da Lino Mazzamurro per Meraki Studio, restituisce la stessa intimità. Palumbo si muove tra luci soffuse e volti quotidiani, mentre la sua voce invita a riscoprire la semplicità dei gesti, l’abbraccio e il sorriso.
La cantautrice foggiana convive con la sclerosi multipla, condizione che non ha mai voluto trasformare in ostacolo, ma in materia viva di arte e coraggio. Dopo l’esordio con l’album SónAncórë nel 2017, Palumbo ha proseguito discograficamente con una serie di singoli: Nata nel Sole (2019), canto d’amore e rabbia per il Sud, Terre d’estate (2021), scritto durante la pandemia, e Ruba di notte l’amore (2023), prodotto con l’Associazione Rione Popolare, che l’ha portata al Festival Ballinsé e al programma «La volta buona» su Rai 1.
Con Anema Cride, Palumbo raggiunge una nuova maturità. Il suo canto non racconta solo sé stessa, ma un sentire collettivo. Nel panorama musicale spesso dominato dall’effimero, questa proposta suona necessaria, musica che scava nel terreno delle verità. E l’«anima che grida» non urla per dolore, ma per affermare la tenerezza. Ed è proprio nel rispetto delle radici che si coglie la forza del suo canto. Roberta trae ispirazione dai grandi cantori del Foggiano, dai maestri poeti e cantastorie come Matteo Salvatore e Antonio Piccininno, figure fondanti della tradizione garganica, che hanno insegnato a trasformare la vita quotidiana in narrazione musicale. Come loro, mescola autenticità e poesia, radicamento territoriale e respiro universale, e mantiene teso il filo tra passato e presente.