L'intervista
«Dieci anni di gratitudine», doppia tappa in Puglia per Francesco Gabbani a Ostuni e Barletta
Appuntamento domani, 1 agosto, al Foro Boario della Città Bianca per lo IOD Festival, e il 2 nel Fossato del Castello di Barletta
Energia inconfondibile, sorriso contagioso e canzoni che sanno parlare al cuore e far ballare l’anima: sono gli ingredienti dell'estate di Francesco Gabbani, che torna in giro per l'Italia con il «Dalla tua parte Summer Tour 2025», in arrivo a Ostuni domani 1 agosto, al Foro Boario, nel cartellone dello IOD Festival, e il 2 a Barletta, nel Fossato del Castello, unici appuntamenti pugliesi in vista del concerto-evento previsto il 1 ottobre all’Arena di Verona. Il tour prende il nome dal sesto album in studio uscito a febbraio, ed è solo l'ultimo tassello di una celebrazione lunga più di dieci anni, da quando con «Amen» trionfò tra le Nuove Proposte di Sanremo e iniziò il suo viaggio che l'ha portato a diventare uno degli artisti più amati della scena italiana. Gli spettacoli sono prodotti da A1 Concerti e i biglietti disponibili su TicketOne.
Gabbani, come sta andando questo viaggio musicale e che risposta arriva dal pubblico?
«Sono molto felice, non solo in termini di presenze, ma anche proprio di impatto. Alla fine il concerto è la punta di diamante di tutto quello che facciamo, in cui raccogliamo a livello di emozioni i risultati tangibili. C'è un interscambio con chi ci ascolta, momenti condivisi, lo descriverei come una giostra su cui girerei costantemente».
Dopo tanti in anni in giro sui palchi, quando canta davanti a una platea dove tende ad appoggiarsi il suo sguardo?
«È una domanda particolare, che forse nessuno mi ha mai fatto. Non me lo sono mai chiesto, in realtà, non penso troppo a cosa mi cattura, almeno non consapevolmente. Sicuramente cerco di incrociare le espressioni delle persone, anche se ci sono situazioni in cui canto con gli occhi chiusi. Mi lascio trasportare, seguo più un flusso di coscienza».
Torna in Puglia che è terra di grande autenticità...
«È una regione splendida e non lo dico certo solo io. Lo è sotto ogni punto di vista, ambientale, umano, di accoglienza. Ricordo un bellissimo concerto ad Alberobello poco dopo la pandemia, era un luogo così emblematico, ma in genere sono sempre molto soddisfatto, c'è tanto affetto da parte di chi mi segue qui».
Mentre a ottobre torna a esibirsi all'Arena di Verona, che sensazione si prova salendo su un palco di quel genere, così ricco di storia?
«C'è sempre un po' di carica speciale quando si suona in un posto così, che porta con sé secoli di energia e vibrazioni. Diciamo che è un tipo di situazione che fa impressione anche a mia madre, ecco. Lo vivo come un piccolo debutto ogni volta, ed effettivamente ti restituisce quella sensazione forte, quel bagaglio emozionale e ricco di significato».
Nessuno spoiler sugli ospiti di quella serata speciale, che non mancheranno. Però sappiamo che anche nella scaletta pugliese canterà «Amen», che compie dieci anni. Che effetto le fa proporla ogni volta davanti al pubblico?
«Sento addosso tanta gratitudine, perché è vero che mi succede anche con "Occidentali's Karma", ma "Amen" ha rappresentato un momento di inizio e di svolta, in cui ho cominciato a raccogliere il frutto dei semi che coltivavo e curavo da anni. Ogni volta che la canto, sul palco dico che "si riparte dalle origini". Ed è proprio questo poi il senso di ogni canzone, che prima è solo tua, poi diventa anche un po' del pubblico. Dopo dieci anni la dedica è tutta per loro, per il privilegio di avere il loro affetto che mi consente di vivere facendo ciò che più mi piace».