Musica
«Restare Lontani», nuovo singolo di Samuele Cavallo: quando l’amore vero è lasciare andare
Il cantautore pugliese torna con un brano intenso e maturo che celebra la libertà nelle relazioni
È disponibile su tutte le principali piattaforme digitali Restare Lontani, il nuovo singolo di Samuele Cavallo, cantautore, musicista e attore pugliese già noto al pubblico per la sua sensibilità artistica e per la versatilità che lo ha portato a spaziare tra musica, teatro e televisione.
Il brano, scritto dallo stesso Cavallo insieme a Samuele Sfingi e prodotto da Nicolò Fragile per Hit Factory, è stato mixato negli storici Bach Recording Studios di Milano, gli stessi che hanno ospitato icone della musica italiana come Toto Cutugno. Un dettaglio che conferma la cura e la qualità del progetto.
Samuele Cavallo continua così un percorso musicale coerente, che mette al centro la verità emotiva e la qualità musicale. I suoi ultimi brani, come Cos’è un papà e Tulipani a Primavera, hanno già mostrato la capacità dell’artista di unire testi profondi a melodie coinvolgenti. La sua collaborazione con produttori del calibro di Nicolò Fragile e in passato Stefano Barzan ha contribuito a definire uno stile maturo e personale.
Oltre alla musica, Cavallo ha costruito una carriera solida anche come interprete: è tra i protagonisti della serie Un Posto al Sole, dove dal 2019 veste i panni dello chef-cantante Samuel Piccirillo, regalando al pubblico brani originali come About Your Love e Lasciami amore. Nel suo curriculum anche importanti ruoli in musical come Dirty Dancing, West Side Story e La Febbre del Sabato Sera.
«Restare Lontani» è un brano che parla dell’amore nella sua forma più altruistica. Cosa l'ha ispirata a scrivere questa canzone e quanto c’è di autobiografico?
«Credo sia capitato un po’ a tutti di trovarsi nella vita, almeno una volta, a fare i conti con le scelte della persona che amiamo che non coincidono più con le nostre. O anche viceversa. Affinchè si manifesti l’amore si deve essere in due e se uno dei due non ricambia più quel sentimento spesso ci si sente persi. Ma è lì che si elabora, si cresce, si vive un cambiamento. Ciò che spaventa è l’apertura a un domani nuovo. Questa canzone analizza tutti quei sentimenti e li razionalizza».
Nel testo si percepisce una forte maturità emotiva. Quanto è stato difficile trasformare un tema così delicato in musica?
«È stato più difficile accettare di condividerlo, più che affrontarlo e scriverlo. Quando scrivo lo faccio di getto e finché non sono soddisfatto, non smetto. Il cerchio si deve chiudere. Quando inizio qualcosa, devo portarlo a termine. La difficoltà è stata pensare al posto degli altri e chiedermi: questa canzone, fossi un altro, la ascolterei, la sentirei mia? È lì che arriva la mia crisi».
Ha parlato di accettazione e consapevolezza. Secondo lei, oggi, è ancora possibile educarsi a un amore che non è solo possesso ma anche libertà?
«Credo sia un dovere, che sia necessario. Credo che spesso oggi si trascini un retaggio di nozioni sbagliate, figlie di una cultura non sempre capace di reggere il peso dell’evoluzione. Non è così per tutti, ma se fatti di cronaca, come quelli che sentiamo tutti i giorni, continuano a verificarsi, abbiamo il dovere di fermarci e porci delle domande alle quali dare delle risposte, per noi e per i nostri figli. La libertà è compagna del rispetto. Non c’è libertà senza rispetto, non esiste il rispetto senza la libertà: possiamo mai credere che questa cosa non abbia a che fare con le relazioni?»
Il brano è stato prodotto da Nicolò Fragile e mixato negli storici Bach Studios: che tipo di lavoro c’è stato dietro le quinte e quanto ha inciso sulla resa finale del pezzo?
«Ho avuto l’onore e anche la fortuna di lavorare a questo brano con artisti che sono dei fuoriclasse, dei top player, a partire da Nicolò Fragile che non ha bisogno di presentazioni, anche perché la sua discografia è immensa quanto il suo talento. Il nostro amico Francesco Corvino, uno dei batteristi più forti che abbiamo in Italia, ha creato il match tra me e Nicolò e ci ha uniti in questa collaborazione. Samuele Sfingi, col quale collaboro da tempo, ha scritto insieme a me il brano e ha lavorato alla produzione. Poi Nicolò un giorno mi dice: "Lo mixiamo al Bach Studio, lì i dischi che mixo hanno sempre qualcosa che mi piace". Mentre si mixava mi guardavo intorno e vedevo sulle pareti le foto di Toto Cutugno, mi sono emozionato. È stato tutto bello».
Dal teatro musicale alla televisione, passando per la musica d’autore: come riesce a bilanciare tutte queste esperienze artistiche così diverse?
«È molto impegnativo. Ma questa è la vita che mi sono costruito, senza libretto di istruzioni. È un percorso che va alimentato, arricchito e gestito con cura. Io sono uno che vive e detesta la paura di annoiarsi, di rimanere fermo. Per me la poliedricità è linfa vitale».
È anche autore di musiche per il cinema, come per Restiamo Amici. Le piacerebbe tornare a comporre per il grande schermo?
«Devo ringraziare Stefano Barzan, produttore con cui ho lavorato per tante canzoni precedenti, che mi ha fatto conoscere Pivio e Aldo De Scalzi, i quali hanno ascoltato un mio provino e mi hanno chiesto di lavorare a questa canzone e ad interpretarla per il film. È bello comporre per il cinema, perché hai una storia e ci devi entrare dentro. Mi piacerebbe molto rifare un’esperienza così».
Guardando al futuro: che tipo di musica immagina di scrivere nei prossimi anni? Ha già in mente un album o un progetto speciale che vorrebbe condividere?
«Mi piace cantare quei sentimenti semplici e forti, che si presentano nella quotidianità delle persone, perché poi il vero momento in cui ci riconosciamo e ci scegliamo è sempre quando ci identifichiamo in quelle emozioni. Sto lavorando, come sempre, a nuove canzoni. Arriverà anche l’album».