L'intervista

La libertà dei pugliesi Picasso Cervéza, nata sui banchi di scuola

Bianca Chiriatti

La band si sviluppa sull’asse Molfetta-Bisceglie-Andria: il 18 dicembre è uscito il nuovo EP «The Picasso Paste»

Èuscito il 18 dicembre The Picasso Paste, nuovo EP del collettivo pugliese Picasso Cervéza, nato sull’asse tra le provenienze dei cinque membri: Molfetta (Guido Tattoli, Nicolò de Candia, Giorgio Bruno), Bisceglie (Valerio Di Ceglie) e Andria (Riccardo Fortunato).

Il lavoro, uscito per ADA Music Italy, è un viaggio tra sonorità neo-soul e storie enigmatiche e sperimentali, con vari personaggi che ruotano nell’universo dell’oscura Skunk City. Un immaginario tradotto visivamente anche nella cover dell’EP, realizzata da Freakering, che prossimamente diventerà un lavoro narrativo e grafico. Guido Tattoli ha raccontato alla Gazzetta qualche retroscena.

Come vi siete incontrati?

«Il progetto è nato negli anni del liceo, suonavamo alla Giornata dell’Arte, poi è iniziato il giro di pub e locali, e Riccardo era un nostro fan che da lontano stava lì col suo sax, è stato naturale arrivare a includerlo. Il nome è figlio di troppe birre, stavamo preparando l’esame di maturità e arrivò una data imminente, ci serviva un nome, Picasso Cervéza doveva essere provvisorio e invece è ancora qui».

Nel 2018 è uscito il vostro primo EP, Amore Platonico...

«Ha avuto una gestazione di due anni, poi il Covid ci ha rallentato molto. Poi anche il nostro iter lavorativo è cambiato negli anni: all’inizio io scrivevo un brano, immaginavo accordi e arrangiamento e davo un input agli altri; oggi lavoriamo per flussi, idee, sensazioni. Alla fine la stessa parola paste è proprio la pasta sonora, la materia di ciò che ci piace fare: se abbiamo un’idea la registriamo, diamo una coerenza».

Come descrivereste la vostra musica e da quali ispirazioni attingete?

«Potremmo definirlo uno schizzo di pop nell’r’n’b. Suoniamo soul, nu jazz, ma strizziamo l’occhio al pop della vecchia scuola. Poi a livello di ascolti spaziamo tra Britti, Concato, ma anche Mac Miller per i suoni. Quella è la tangente».

Siete rimasti a vivere in Puglia, anche se viaggiate molto: pro e contro?

«È una terra ricca di influenze che si riflettono non solo nei brani, ma anche nel fatto di poterci incontrare in sala prove con gli amici e condividere ciò che facciamo. Poi è chiaro che le realtà in cui la musica viene valorizzata sono di meno, bisogna mettere insieme le idee, ma anche questo EP per noi è un punto di partenza, da cui andare avanti, sempre più lontano».

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